EFFETTO MURIEL
Buon per lui che la fine dell'anno, prima, e l'arrivo di Muriel poi, abbiano acceso i riflettori altrove. Perchè per il Cholito Simeone l'ultima del 2018 è stata tutt'altro che banale. Fatta del consueto sacrificio a tutto campo ma anche, purtroppo, di un'occasione divorata sotto porta quando la partita era appena cominciata. Quando, tanto per intendersi, un gol del vantaggio avrebbe messo la strada dei viola in discesa.
Invece Simeone ha incredibilmente angolato troppo la traiettoria, ritrovandosi a scalare una montagna mentale per tutto il resto della gara di Marassi. Per la verità l'argentino non è sparito dal campo, non si è depresso, e anzi si è battuto come sempre gli capita. Di grandi occasioni non ne sono più arrivate, ma almeno nel primo tempo aveva trovato "l'imbucata" giusta per Chiesa e il suo diagonale parato da Radu.
Logico che l'arrivo del nuovo anno, come quello di Muriel, coincidano con la salita più ripida per l'attaccante figlio d'arte. Perchè clima e atmosfera sono tutt'ora in burrasca per quell'esultanza troppo rabbiosa dopo il gol all'Empoli, sia perchè la disponibilità del colombiano regala una freccia in più nell'arco di Pioli. Ancora non è dato sapere come e quanto giocheranno insieme Simeone e Muriel, ma non è da escludere che i due possano alternarsi, magari nella fase iniziale d'inserimento dell'ex Siviglia.
Eppure per qualsiasi allenatore il modo migliore per veder crescere intensità e voglia in gruppo è quello di un ritocco in alto della concorrenza, logica conseguenza dell'inserimento di Muriel in un reparto offensivo dove pure Pjaca adesso rischia di restare fuori a lungo. Ecco, prima ancora che nelle gare ufficiali, l'arrivo di Muriel ha un effetto benefico non solo sull'ambiente, che torna a osservare una società attiva e rapida sul mercato, ma anche sullo stesso spogliatoio. Dove l'arrivo di un attaccante delle doti di Luis può certamente pungolare chi nel girone d'andata ha seminato soprattutto delusioni.