E.LEAGUE, L'habitat naturale della Fiorentina
“Ora sentirà male, si concentri su qualcosa di bello”. Vaccini, visite dal dentista e così via, non è difficile ipotizzare a cosa penserebbe Vincenzo Montella nel momento forse più difficile e delicato della stagione. Un luogo sicuro e felice, probabilmente l’habitat naturale della sua squadra per idea e tipologia di gioco: l’Europa League. Tante, tantissime gioie, e soltanto una dura, cocente delusione. Così potremmo riassumere il cammino europeo della Fiorentina di Montella negli ultimi due anni. 13 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte. Percorso netto, interrotto, bruscamente, soltanto da quella magia di Pirlo nel ritorno degli ottavi di finale dello scorso anno.
In un momento complicato come quello che sta vivendo la Fiorentina, l’Europa League può trasformarsi davvero in una sorta di rifugio dove nascondersi per poi risollevarsi anche in campionato. L’avventura di quest’anno è stata ancora più importante e gloriosa rispetto a quella della passata stagione. Dopo aver letteralmente dominato il girone K, chiuso con 13 pt davanti a Guingamp, PAOK e Dinamo Minsk (unica squadra in grado di battere la Fiorentina in questa Europa League), i viola hanno dovuto fare i conti con l’urna di Nyon, mai clemente con la Fiorentina negli ultimi anni (vedi Bayern nel 2010). Agli ottavi è capitata forse la squadra sulla carta più difficile in assoluto: il Tottenham di Mauricio Pochettino. Dopo una prima mezz’ora completamente in balia degli Spurs, i viola hanno contenuto gli attacchi forsennati di Soldado & Co., riuscendo a strappare un pareggio d’oro in vista del ritorno. A Firenze una gara perfetta, con Gomez e Salah assoluti mattatori del match. Pratica Tottenham archiviata e ancora incollati al televisore per seguire il sorteggio svizzero. La Roma sul cammino dei viola. I giallorossi vivevano forse il momento più complicato della loro stagione e anche la fortuna è venuta incontro alla Fiorentina. Una rarità negli ultimi tempi. 1-1 all’andata al Franchi e secco 0-3 una settimana dopo all’Olimpico con le reti di Gonzalo, Alonso e Basanta. Ai quarti la Dinamo Kiev di Rebrov con l’1-1 dell’andata che garantiva, almeno sotto il piano della scaramanzia, un risultato positivo al ritorno. Infatti Gomez e Vargas hanno regalato la semifinale alla Fiorentina.
Il resto è ancora tutto da scrivere. Tra i viola e Varsavia c’è ormai soltanto il Siviglia. La Fiorentina ha dimostrato di poter vincere contro chiunque in Europa e anche la detentrice del titolo, il Siviglia di Unay Emery, non spaventa la truppa di Montella. Ora non resta che aspettare...