ESPERIMENTI CHE NON PAGANO
Nel calcio, come nella vita, ci si assume spesso e volentieri le conseguenze delle proprie scelte. Evidentemente però la lezione impartita alla Fiorentina dall’Atalanta mercoledì scorso in Coppa Italia non deve essere bastata, visto che tanti delle incertezze che hanno pregiudicato una consistente parte di chance dei viola di accedere alla finalissima sono stati ripetuti anche nella sfida di ieri a Bergamo. Perché insistere con la difesa a tre al cospetto di altrettante punte abili ad inserirsi negli spazi e a dare il meglio di sé in contropiede? Perché riproporre ancora un centrocampo a quattro finendo per consegnare quasi subito il pallino del gioco agli avversari?
Dabo a Firenze, Edimilson a Bergamo: sono queste le scelte che più di tutti negli ultimi 180’ contro Gasperini (antipatico quanto si vorrà ma abilissimo stratega da un punto di vista tattico) non paiono aver pagato e che nel giro di appena quattro giorni hanno assestato due sonore picconate alle ambizioni europee della Fiorentina. Quello che in effetti resta difficile da capire è il perché Stefano Pioli, dopo la rimonta di Coppa portato a termine grazie a correzioni a gara in corso, abbia deciso di sperimentare ancora una volta un sistema tattico quasi mai utilizzato da inizio anno, finendo per anestetizzare di fatto quel reparto (il centrocampo) che più di tutti fino ad oggi era servito per corroborare l’apporto offensivo della squadra (dalla linea mediana sono arrivati fino ad oggi 17 reti in campionato, 19 contando anche la Coppa Italia).
Tempo per rimediare, in teoria, sembra ancora esserci. Visto che nonostante una classifica deficitaria (il 10° posto a -5 dalla settima posizione rispecchia esattamente l’andamento dello scorso anno, quando i viola avevano 35 punti e occupavano l’ultimo gradino della parte sinistra della graduatoria) arriveranno presto in sequenza nuovi scontri diretti con le squadre che lottano per l’Europa: domenica a Firenze arriverà la Lazio e nel giro di poco sarà il turno anche di Torino e Roma. Il tempo degli esperimenti, tuttavia, sembra essere finito.