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EUROLEAGUE, Proviamo a crederci ancora

di Enrico Mocenni

Il tempo per dimostrare di essere ancora da Europa è poco, cinque punti da recuperare in quattro gare sono molti, ma non impossibili. Di un' intera stagione sono rimasti 360 minuti di gioco nei quali, Prandelli & co., dovranno obbligatoriamente dare fondo a tutte le energie residue, senza ma e senza se. In una sola parola "vincere" per non dover chiedere venia o aggrapparsi a deprimenti giustificazioni, il tempo dei "peccato" e dei "poteva essere" è scaduto, ora è tempo di risultati. Al di là di chi scenderà in campo, sarà necessario spremersi fino al midollo e correre novanta minuti con gli occhi della tigre per raggiungere il solo obiettivo rimasto, fosse anche quello di far ritrovare il sorriso a chi, come il pubblico viola, da sempre ha sostenuto la squadra senza tregua e isterismi anche nei momenti bui. Non sarà certo un' impresa semplice, è vero, perché la stagione è stata lunga e piena di rimpianti, dall' amarezza del Bayern-Ovrebo ai punti lasciati per strada nonostante prestazioni più che meritevoli, passando per Mutu e il possibile addio di Prandelli. Ma Firenze è così da sempre, un crocevia di talento e ingenuità, orgoglio e vittimismo, dove le parole hanno un peso specifico spropositato e i fatti, talvolta, vengono lasciati a margine. Adesso che di tutto il buono fatto in questi anni, sembrano esserne rimaste solo le briciole, ci sono quattro incontri da giocare con la rabbia e l'orgoglio dei momenti migliori. Ci vorrà la Fiorentina corsara della scorsa stagione, cinica sotto porta e arcigna nella propria metà campo. Ci vorranno gli attributi mostrati in Champions con squadre, sulla carta, superiori. Toccherà infine lasciare bel gioco e preziosismi in soffitta, almeno per ora, almeno per questi ultimi infuocati 360 minuti.