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Evelyn Vicchiarello a FV: “La Fiorentina è cresciuta tanto rispetto a quando c’ero io. Il libro per non dimenticare ciò che abbiamo fatto”

di Stefano Berardo

Il calcio è ricco di storie. Ogni uomo, donna o bambino che pratichi o abbia praticato questo sport ha una propria storia da raccontare, da far conoscere, da svelare. Questo è uno dei motivi che ha portato l’autore Flavio Ciasca a raccogliere in un volume, edito dalla casa editrice Parterre/Mileu, le storie di due ormai ex calciatrici del calibro di Melania Gabbiadini ed Evelyn Vicchiarello. Quest’ultima conosciuta in particolar modo anche a Firenze e dintorni avendo giocato in viola proprio nella stagione in cui è nata quella che oggi è la Fiorentina Femminile. “Sono stati due anni meravigliosi qui per me – ci svela l’ex calciatrice in esclusiva – I Della Valle hanno gettato le basi di ciò che oggi è la squadra femminile gigliata. Ho toccato con mano il professionismo a Firenze”.

Com’è la vita lontana dal calcio?
Dopo aver smesso di giocare ho iniziato ad allenare i ragazzini piccoli, nello specifico i nati nel 2014. È una cosa che mi piace tantissimo e mi regala innumerevoli soddisfazioni. Sono nata per giocare a calcio, anche se devo dirlo, e non me ne vogliano i tifosi della Fiorentina ai quali rimango legatissima, ma tifo Inter da quando ero bambina. Dopo due anni di stop mi mancava giocare e così ho deciso di ricominciare con una squadra di calcio a cinque, sempre qui a Firenze.

Ecco, che cosa significa per lei Firenze?
È la città che mi ha adottato da diversi anni. Ci sto da Dio, è bellissima e ho molti legami qui. Però voglio sottolineare che sono di origine abruzzese, per la precisione di Lanciano. L’essenza di “Veramente noi” sono le radici. E tornare a casa da amici e famiglia appena posso, dopo mille impegni, è un piacere unico.

Da dove nasce l’idea del libro? Come mai lei e Melania Gabbiadini avete deciso di scriverlo?
In realtà il merito è del coautore Flavio Ciasca che ci ha proposto di raccontare i nostri percorsi umani e professionali evidenziando la crescita esponenziale che ha registrato l’intero movimento in Italia. La scelta di scrivere il libro in maniera epistolare, come se io e Melania ci mandassimo delle lettere, ci è piaciuta moltissimo. Il nostro percorso è stato molto lungo e Flavio ha romanzato le nostre avventure. Sono soddisfatta del lavoro ultimato, a mio avviso fa capire cosa voleva dire fare le calciatrici ai tempi in cui eravamo al top, in tutta Italia.

Qual è il messaggio che vorreste scaturisse da “Veramente noi”?
Evidenziare il percorso, le fatiche e le disavventure che abbiamo dovuto vivere per far sì che oggi il calcio femminile sia professionistico con veri contratti di lavoro. Cosa che ai tempi nostri era pura utopia. Non volevamo che la nostra storia finisse nel dimenticatoio e, cosa più importante, ribadire che il calcio è di tutti.

Che rapporto avete lei e Melania Gabbiadini?
Ci siamo perse un po’ nel tempo ma non serve vedersi o sentirsi tutti i giorni per creare un legame di amicizia vero. Lei è stata il calcio per me; una persona umile che mi ha aiutato a crescere sotto tutti gli aspetti e per questo la sarò sempre grata. Abbiamo giocato una stagione insieme a Verona dove abbiamo vinto tutto. Ancora oggi siamo l’unica squadra ad aver raggiunto la semifinale di Women’s Champions League. Inoltre abbiamo condiviso diversi raduni della Nazionale e abbiamo disputato insieme un campionato Europeo con l’Italia. Ricordi che porterò sempre con me.

C’è un capitolo nel libro dedicato a Megan Rapinoe. Che considerazione ha di lei?
È stata importantissimo per il movimento femminile per tanti anni anche al di fuori del terreno di gioco. Quello che ho scritto su di lei lo ribadisco ma non dico nulla per non fare anticipazioni. Lei mi ha fatto capire che ognuno di noi nella propria quotidianità può fare qualcosa il bene degli altri e non solo per il proprio. A volte basta veramente poco, e col tempo i benefici si vedono.

Torniamo un po’ indietro nel tempo: qual è il suo miglior ricordo di quando giocava?
Il primo raduno con l’Italia Femminile Under 19. Una convocazione del tutto inaspettata e ricca di sorprese. Anche perché in seguito mi convocarono per il Mondiale di categoria in Thailandia. Parlandone oggi mi emoziona ancora tantissimo.

E della Fiorentina che ricordi ha?
I Della Valle sono stati i primi che hanno creato in una società della massima serie un progetto femminile. Hanno creduto fortemente in questo movimento e hanno gettato le basi per far sì che gli altri club si accodassero. Dispiace solo che l’anno dopo che sono andata via hanno vinto lo scudetto e quindi non ho potuto partecipare a quella cavalcata storica.

Quante cose sono cambiate rispetto a quando giocava lei?
Il mondo del calcio femminile ha subìto dei cambiamenti radicali, come allenarsi la mattina, prendere uno stipendio adeguato solo facendo questo, versamento dei contributi ed altre cose. In Italia si tende ancora a pensare che il calcio sia un sport solo maschile ma penso che siamo sulla strada giusta per allontanarci da pregiudizi e mentalità medioevali.

Cosa pensa della Fiorentina attuale?
La squadra femminile è cresciuta molto negli anni grazie ai sostanziosi investimenti. Basti guardare al Viola Park per capire quanto questa società creda nel progetto. Quest’anno a mio parere si è rinforzata e credo possa lottare fino alla fine per il campionato. Una cosa pero ci tengo a dirla:

Prego
Spero che possano puntare più sulle calciatrici italiane e non buttarsi solo ed esclusivamente sulle straniere.

Chi vincerà il campionato secondo lei?
In un’altra intervista fatta in precedenza dissi che credevo molto nell’Inter Women per via del sostanzioso calciomercato che hanno fatto. Pensavo ottenessero una superiorità maggiore ma mi sbagliavo. Rispetto ad altri anni è un campionato equilibrato dove ogni partita non è scontata e pure le squadra di bassa classifica possono dar noia a chiunque.
 


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