EVVIVA AMRABAT MA BASTA CARRI, RICHIESTE DI SCUSE E CACCIA AI "TORREIRISTI"
Da diversi giorni ormai a Firenze, o meglio tra i tifosi viola, si sta giocando un nuovo sport che è sì legato alla nostra squadra e ai suoi protagonisti ma che mette sul piedistallo la conoscenza calcistica di ognuno di noi, quell’essere tecnici e profondi intenditori del settore dal poter passare da allenare, a comprare calciatori, a dirigere la società stessa. Il bello però è anche questo e spesso le varie discussioni, che da noi non mancano mai, sono il sale di questo gioco. Mi riferisco in particolare alla moda, scoppiata con i mondiali, del “l’avevo detto io” parlando di Amrabat che, dopo le buone prestazioni in Qatar, è salito alla ribalta e molti si sentono autorizzati a sbeffeggiare chi non ha avuto la costanza di aspettare l’esplosione di Sofyan.
C’è poi anche la specialità dei “carristi” cioè di coloro che tirano fuori il ritornello di salire o scendere dal fantomatico carro a seconda degli eventi: gioca bene Amrabat, non lo puoi dire se fino a quel momento non lo avevi adulato e non eri quindi nella schiera di coloro che credevano fermamente e ciecamente in lui. Lo stesso vale quando ad intermittenza Jovic o Cabral fanno un gol (raramente purtroppo) e i supporters degli attaccanti si sentono in dovere di sottolineare che loro ci avevano sempre creduto nelle doti sia del serbo che del brasiliano, basta avere pazienza.
Quale pazienza, scusate? Se abbiamo dei calciatori che non rendono io posso aspettare un po’ perchè si ambientino, che conoscano i metodi del Mister e i compagni, ma poi mi arrabbio se in campo sono dei fantasmi, se non segnano o se non sono utili al gruppo. Non è che automaticamente vestendo la maglia viola acquisiscono la mia stima assoluta, se la devono anche meritare e trovo quanto meno imbarazzante l’altra disciplina in voga che è quella del “dovete chiedere scusa” abbinato sempre ai vari calciatori o anche alla società. Io non chiedo scusa a nessuno e, parlando proprio del marocchino sulla bocca di tutti, non dimentico che è qui dal gennaio 2020 e che, fino a poche gare fa, in tanti ci chiedevamo se valesse i soldi che erano stati spesi per lui. Probabilmente c’è chi vede lungo ma fra poco siamo a gennaio 2023 e pazientare quasi tre anni per vedere il meglio di un giocatore, mi pare un po’ troppo e non mi pare circoli fra i nostri ragazzi, né tantomeno nella dirigenza, l’abitudine a farci le scuse quando ci mostrano gare inguardabili o quando chiudono un campionato in tredicesima posizione.
Leggo anche della caccia ai “torreiristi” ed io mi posso presentare come tale e rimango della mia idea tanto da segnalare che la Fiorentina è arrivata in Europa con in campo l’uruguaiano, ma mi resta il rammarico del perché non si sia riusciti a vederli giocare insieme. Con l’attuale Amrabat che contrasta e recupera palloni e Lucas in regia a dettare i tempi e a creare gioco, a anche a fare gol alla bisogna, ci saremmo sicuramente divertiti. Ma non è stato possibile e adesso siamo a goderci l’esperienza mondiale di Sofyan che speriamo porti tanto giovamento anche alle sorti della Viola.
Sono intanto inevitabilmente iniziate le voci di interessamenti di società prestigiose, confermate con solerzia dal suo agente e simpaticamente ribadite dal fratello del centrocampista “i migliori club europei hanno dormito, adesso si stanno svegliando” rimarcando, ce ne fosse la necessità, come la Fiorentina non sia una squadra top.
Staremo a vedere come andranno le cose facendo i migliori auguri per il proseguimento dell’avventura mondiale al Marocco, per la salute del nostro tesserato visto che ha giocato facendosi iniezioni contro il mal di schiena e per il futuro della Fiorentina. Spero che non si commetta di nuovo l’errore di privarci di un buon giocatore a gennaio, ma soprattutto quello di incassare da una vendita eccellente senza reinvestire a modo.
La Signora in viola