FATTI, NON PAROLE
Ci siamo. Il mercato di gennaio apre i suoi battenti e per la Fiorentina il momento è delicato quanto mai lo è stato negli anni della gestione targata Pantaleo Corvino. Per la prima volta in cinque anni infatti, la squadra viola si presenta al via delle trattative con una situazione di classifica che non permette di cullare sogni di gloria ma che, al contrario, non può far dormire tranquilli i suoi sostenitori. Una prova del nervosismo che si respira all'interno della tifoseria viola si è avuta ieri notte, con la contestazione, seppure dai toni piuttosto blandi, organizzata da un gruppo di tifosi radunatisi sotto l'abitazione di Alberto Gilardino.
Se da un lato la contestazione può essere dovuta alle voci che vedono il bomber viola sempre più vicino a Torino, c'è da dire che lo scorso anno, quando nel mirino della rivale storica c'era Felipe Melo, ci furono sì delle perplessità, ma non si arrivò ad una contestazione vera e propria. Questa differenza può essere dovuta in gran parte alla stima che il bomber biellese si è guadagnato in questi anni a Firenze, ma anche al timore che le voci su questa cessione, e su quelle di altri big, possano essere il viatico verso una Fiorentina ridimensionata nei suoi obiettivi e relegata in futuro nell'anonimo gruppone di centro classifica.
Da parte della società e dei giocatori tutto tace; un silenzio assordante rotto saltuariamente da sporadiche dichiarazioni d'intenti che ai fiorentini probabilmente non bastano più. Perchè i fiorentini amano la loro città e la loro squadra come pochi altri in Italia e vogliono fatti, non parole. E quale occasione migliore di questa finestra di mercato per dimostrare concretamente le intenzioni della proprietà viola? Firenze resta in attesa, ma la sensazione è che il credito maturato in questi anni di risultati sopra le previsioni sia ormai finito.