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FERMI AL PALO

di Dimitri Conti

Dall'estate a oggi, l'argomento portieri è stato spesso in cima all'ordine del giorno dell'agenda gigliata, tra i mille dubbi che accompagnavano la conferma di Tatarusanu da titolare, e, almeno apparentemente, l'affiancamento alle sue spalle di due giovani di valore come Lezzerini e Dragowski, che avrebbero dovuto giocarsi il ruolo da secondo, in ottica di una futura promozione. Come sono cambiate le dinamiche all'interno della porta viola dopo questi primi mesi?

TATARUSANU - Il rumeno è senza dubbio il titolare designato da Sousa, senza se e senza ma. L'estremo difensore ex Steaua ha ricoperto un ruolo centrale, partendo da titolare in tutte le occasioni, e dimostrando di essere lui l'assegnatario della fiducia dell'allenatore portoghese. L'unica volta in cui ha abbandonato il campo è stata la gara interna con il Chievo alla seconda, quando un colpo alla testa lo estromise dalla partita. Tra alti e bassi, alternando interventi importanti e disattenzioni costate care, non c'è dubbio: la porta della Fiorentina è sua, almeno per il momento. 

LEZZERINI - Sembrava poter cambiare aria negli ultimi giorni di mercato, alla ricerca di una maggiore continuità di minuti giocati, con alcune offerte provenienti dalla cadetteria che gli avrebbero garantito tutto ciò. Invece ha deciso di restare e, anche a sentire quanto afferma il suo entourage, si sente a tutti gli effetti il numero dodici della Fiorentina. Una sola occasione per lui sinora, quando entrò con il Chievo, disputando peraltro una partita più che sufficiente. Buona la sua risposta, in attesa dell'occasione propizia. Difficile che questa possa arrivare già con lo Slovan, più realistico che avvenga quando, e se, i viola conquisteranno la promozione anticipata. Aspettando anche la Coppa Italia.

DRAGOWSKI - Tra i tre casi passati sotto la lente di ingrandimento, quello del nuovo giovanissimo portiere polacco classe '97 è certamente il più spinoso. Arrivato tra mille proclami, e come maggior esborso immediato del calciomercato in riva all'Arno - non contando quindi tutti i riscatti dei vari prestiti - , la sua situazione si è rivelata più ingarbugliata delle previsioni, almeno quelle che erano le sue. Ha fatto molto discutere la sua esternazione di fine settembre in terra polacca, quando si lasciò scappare frasi forti quali "forse sono la settima o l'ottava scelta, visto che vengo dopo l’autista e i cinque fisioterapisti". Disse anche di sedersi in panchina solo perché "c'è posto per dodici", ma nell'ultima partita, a Bologna, Sousa gli ha negato anche questa piccola soddisfazione, spedendolo in tribuna nonostante la panchina lunga.