FERRAGOSTO DI FUOCO
I 40 gradi e passa che hanno investito Firenze negli ultimi giorni non sono niente in confronto alla temperatura del cellulare dell'agente di Dusan Vlahovic in questo weekend di Ferragosto. Con l'Atletico Madrid la trattativa è apertissima, con i due club che in seguito ai contatti con gli intermediari hanno iniziato a parlare per vie dirette entrando cioè nel vivo di un possibile affare. Ma insieme ai Colchoneros si sono fatti vivi anche dalle parti di Londra, con Paratici che ha già parlato con Pradè informandolo del proprio interesse nel caso in cui Kane dovesse finalmente partire con direzione Manchester City.
Non è detto che ci sia molto tempo per attendere gli Spurs però ed essenzialmente per due motivi: il primo è il tempo che la Fiorentina in ogni caso non vuole perdere visto l'avvicinarsi della prima partita di campionato; il secondo legato alla voglia del club guidato dal Diego Simeone di provare ad anticipare la concorrenza in tempi brevissimi.
In tutto questo c'è la variante Commisso a dover essere certificata, perché se il presidente mette un punto alla vicenda, nessuna offerta potrà scalfire le certezze della proprietà. Sarà dunque decisivo l'intervento del patron, che a ore sarà in Italia e che è chiamato a una scelta che dopo due anni, varrà come la cartina di Tornasole per il suo progetto calcistico.
E Vlahovic? Non ha mai chiesto di essere ceduto. Non ha mai puntato i piedi. Ha sorriso a tutti e contro il Cosenza, alla prima occasione utile, ha segnato due gol trascinando la squadra anche con urli, sorrisi e giocate da campione. Chiaro che una chiamata così, come quella dei campioni di Spagna, non passa inosservata. E biasimarlo è difficile. Però se alla fine Commisso dovesse decidere di ternelo, non ne farà un dramma e continuerà a trattare il rinnovo come ha fatto nelle ultime settimane.
Un Weekend di riflessioni per tutti, che da domani diventeranno pensieri definitivi e, forse, trattativa vera e propria. I tifosi si augurano che Commisso si impunti come fece Cecchi Gori con Batistuta. La realtà è che decisioni non sono state prese e che in tempi di Covid si fa fatica a restare impassibili davanti a 60 milioni, magari 70 con i bonus. Ma la forza di un plurimiliardario amante del calcio sta proprio in questo, dire di no dove gli altri sono costretti a dire sì. Come Suning per Lukaku.