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FIO-JUV, I racconti di Francesco, Simone e Martina

di Redazione FV

Il ricordo di Francesco PizzoIl ricordo più bello di Fiorentina-Juve? L'anno passato, 4 a 2 in casa. Sono un tifoso piemontese, ho sempre faticato molto a seguire la squadra in casa e, ahimè, l'anno scorso sono stato obbligato a guardarla sempre in televisione. Mi ricordo tutto di quella giornata: mio padre (anch'egli tifoso viola, è lui che mi ha trasmesso "la malattia") che stira davanti al televisore, io seduto sul tappeto con la sciarpa viola al collo. Piccole precisazioni di dovere: mio padre indossava rigorosamente la maglia numero 10 di Antonio, e stirava perché mia madre non sopporta il fatto che due ore vengano "sprecate" davanti al televisore. Primo tempo: sul 2 a 0 per la Juve un senso di tristezza si è impossessato di noi. “Possibile che non riusciamo mai a farcela? Possibile che sia sempre tutto un'illusione?”. Quarto d'ora di intervallo da incubo, tra i messaggi dei miei amici che affondano il morale sotto le mie scarpe. Ma poi, come d'incanto, è 2 a 1. Ed è lì che ho realizzato che in quella rimonta non c'erano solo gli undici in campo, ma tutti i cuori viola, al Franchi, a Firenze, davanti al televisore o all'autoradio sull'automobile. È lì che ho realizzato che NOI siamo di più, perché prima di essere tifosi siamo fratelli, e se si può sognare, ci piace farlo tutti insieme. È un turbinio di emozioni, 2 a 2, e poi quella palla di Borja, che insieme a Joaquin abbiamo spinto tutti noi dentro, tutti insieme. Io esultavo con le lacrime agli occhi, mio padre urlava e, scaramantico, non interrompeva un attimo di stirare. E sul 4 a 2 corremmo tutti insieme, tutti i cuori viola, io e mio padre in salotto: non era Cuadrado in contropiede, c'eravamo tutti a correre con lui verso la porta avversaria, verso un sogno, verso la leggenda. Uscii con la sciarpa viola al collo quel pomeriggio. Sono piemontese, fui sommerso dagli insulti. Ma avevo la convinzione di aver appena vissuto le più belle emozioni di sempre. Ma soprattutto, avevo la convinzione di avere dentro il petto un cuore del colore più bello che c'è, il viola.

 Il ricordo di Simone RenzacciMi chiamo Simone, e nel piccolo paese di Marciano della Chiana dove vivo di viola ce ne sono davvero pochi. Tanti bianconeri, e poi io e mio padre, i due viola superstiti. Pochi giorni prima del mio 17esimo compleanno, quel 20 ottobre 2013, per la terza volta io e mio padre andammo al nostro solito bar in un paese vicino, a vedere Fiorentina-Juventus. La prima gara vista in quel bar era stata proprio questa, nel 2010. Solo che io, a differenza di mio padre, grandissimo viola, non avevo mai assistito ad una nostra vittoria, e farlo dopo le mitraglie bianconere in rimonta con una tripletta di Pepito è stato qualcosa di indescrivibile. E ora, con 18 anni compiuti, pur senza mio padre che mi ha lasciato, e senza quel Rossi che lui amava, come se fosse ancora qua con me, siamo pronti. Sempre stessa storia, stesso posto, stesso bar. Questa partita la dobbiamo vincere. La dobbiamo vincere per lui. Volevo tanto essere allo stadio per esaudire un sogno di mio padre, ma anche il nostro bar sarà magnifico. Avanti Viola, papà VIVE per te!

Il ricordo di Martina Ventura: Ricordo quel pomeriggio, ero come sempre sul divano a vedere la Viola indossando la maglia dell'uomo che un'ora dopo aveva fatto emozionare una città intera. Certo non solo lui, lo fece tutta la squadra, ma Pepito ci mise tutta la forza di volontà che aveva. Alla fine del primo tempo ero in lacrime perché sono una di quelle tifose alle quali si spezza il cuore quando la Fiorentina subisce gol, ma ad un certo punto, a secondo tempo inoltrato, vidi Matias Ariel Fernandez Fernandez abbattuto in area di rigore: Rizzoli fischiò e tutto lo stadio era lì, fisso a guardare e sperare che Giuseppe potesse cambiare quel maledetto risultato. Giuseppe prese la rincorsa e spiazzò Buffon, tutti che urlavano, gioivano, e soprattutto tutti che caricavano quelle 11 maglie viola per farla pagare ai gobbi. Era tutta colpa loro infatti. Loro provocano Firenze mitragliando la Fiesole? E Firenze fa vedere loro chi comanda. Così nel boato la partita riprese e, come per magia, uno spettacolare tiro di Giuseppe fece ammutolire tutti i gobbi, ma non finì mica così. No, ecco che prende posto sul tabellone del Franchi anche Joaquin Sanchez Rodriguez con tutto lo stadio che urlava “Joaquin” e mentre si stava ancora esultando, ecco un contropiede perfetto: Juan Guillermo Cuadrado Bello "la vespa" accende il motore e mette il turbo, passa la palla a Giuseppe e...signori e signore 4-2, con Conte che piangeva e una città intera che non ci credeva. Io rimasi fissa a guardare il risultato e con il viso inondato da un mare di lacrime capii che questa squadra può superare tutto perché si sa rialzare dai momenti negativi.