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FIO-MILAN, La partita dai mille significati

di Marco Gori

Fiorentina-Milan non è solo una “classica” del nostro campionato, nonché una delle poche gare in cui non si assisterà al desolante spettacolo del “Franchi” semi-deserto.

Fiorentina-Milan è la gara di tanti bei ricordi: della vittoria di misura nella stagione 1981/82 che condannò i rossoneri alla seconda retrocessione nel giro di pochi anni –stavolta sul campo- e vide invece i viola continuare la loro corsa verso quello scudetto sfumato in maniera beffarda all’ultima giornata; dei successi ottenuti con in panchina Giovanni Trapattoni –e con un Adriano Galliani che alle 7 di mattina passeggiava nervosamente a testa bassa davanti alla basilica di Santa Maria Novella- e soprattutto Fatih Terim, la cui squadra asfaltò letteralmente gli avversari sia in campionato che in Coppa Italia; ma anche della prima stagione dell’era Prandelli-Corvino, con quel 3-1 che fece capire a tutti che quella Fiorentina era davvero destinata a lottare per qualcosa di importante.

Fiorentina-Milan ricorda anche tante beffe, soprattutto quando a guidare la difesa del team lombardo c’era un tale Franco Baresi, al quale bastava alzare un braccio per ottenere che il guardalinee segnalasse la posizione irregolare dell’attaccante avversario; anche se quest’ultimo si trovava due metri abbondanti dietro la linea dei difensori.

Ma Fiorentina-Milan sarà soprattutto una gara che ci aiuterà meglio a capire la reale dimensione della squadra di Mihajlovic e soprattutto le sue prospettive future. Arriverà finalmente una vittoria contro una grande, dopo che tale impresa è stata più volte sfiorata nella stagione attualmente in corso? E cosa significherebbe un successo del genere? Un ulteriore rialzo delle già elevate quotazioni del tecnico serbo per quanto riguarda il suo futuro sulla panchina viola, o forse anche qualcosa in più? Quest’ultimo punto ci invita ad una più profonda riflessione:
-che la squadra di Mihajlovic sia sfortunata è fuori discussione; ma se a Bologna lo chiamavano “mister X”, con la “X” intesa come pareggio, un motivo ci sarà; siccome, come già accennato, l’ex allenatore del Catania, pare sempre più in odore di conferma, e con i pareggi si va molto poco lontano, anzi, a volte addirittura si retrocede, per il 42enne di Vukovar affrontare i rossoneri significherà molto di più che preparare una sfida contro gli antichi rivali nel "derby della Madunina";
-il risultato dell’incontro di domenica sera potrebbe anche rappresentare un verdetto definitivo sulle residue ambizioni europee della Fiorentina. Purtroppo, almeno dal nostro punto di vista, più in senso negativo che positivo. Di sicuro non mancheranno le motivazioni ai giocatori gigliati, ma saranno motivazioni legate all’attaccamento alla maglia viola o di carattere personale, visto che non pochi dei componenti dell’attuale rosa viola si sono esaltati proprio quando si è trattato di giocare in notturna e contro avversari di grande spessore e/o blasone?

Fiorentina-Milan potrebbe essere, infine, anche la gara di Adem Ljajic. Con l’assenza di Mutu, potrebbe toccare al giovane serbo giostrare alle spalle di Gilardino nel 4-3-2-1 di Mihajlovic. E se così sarà, da quale spirito sarà animato l’ex-Partizan? Dalla voglia di dimostrare –come sostiene il suo agente- che il suo unico desiderio è quello di essere il partner di Stevan Jovetic nella Fiorentina del futuro, o dal voler mettersi in mostra davanti ad eventuali emissari presenti al “Franchi”?

Vedremo se, tra poco più di 48 ore, almeno qualcuno dei nostri quesiti troverà una qualche risposta.