FIORAMONTI, Scuola e sport uniti contro il razzismo
Fonte: dall'inviata Luciana Magistrato
Il Ministro dell'istituzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti ha parlato a Coverciano a margine dell'evento di presentazione delle progettualità formative sviluppate in collaborazione tra FIGC e MIUR per l’anno scolastico 2019/2020. Ecco le sue parole alla stampa presente tra cui FirenzeViola.it: "Questa è la crescita culturale del nostro Paese, la crescita della società. Lo sport è una grande leva di emancipazione, una grande chiave per il benessere collettivo ed è anche un'opportunità per far emergere talenti e diffondere una cultura di partecipazione. È quindi importante che lo sport abbia luogo nell'istituzione preposta a costituire questo tessuto sociale che è la scuola. Dobbiamo fare in modo che le scuole siano sempre di più dei laboratori di partecipazione. La scuola deve offrire strutture e percorsi sportivi poi le famiglie possono anche costruirseli a lato, ma la società deve garantire che chiunque possa avere accesso gratuitamente o a costi molto, ma molto bassi a tutte le attività ricreative che fanno grande un paese".
Cosa può fare la scuola italiana per aiutare la battaglia della FIGC contro il razzismo?
"È fondamentale che la scuola ed il mondo dello sport si uniscano in una visione diversa di una società integrata. Il razzismo e l'intolleranza diventano sempre più forti lì dove ci sono divisioni e paure. Il calcio, lo sport più popolare al mondo ed in Italia, abbia uno scatto di orgoglio forte e rinneghi qualunque tentazione ed intolleranza al razzismo che rischia di pregiudicare la bellezza di questo sport. Facendo tornare i ragazzi e le ragazze a praticare lo sport nelle scuole, secondo noi, significa dare un colpo forte a qualunque voglia di intolleranza in questo Paese".
Qual è la sua sensazione nel dare il calcio d'inizio con il ct accanto a lei?
"È un'emozione, ci sono qui intorno i miti della mia giovinezza come Roberto Mancini, Demetrio Albertini... Grandi giocatori quando io avevo l'età di alcuni dei ragazzi qui. Poter addirittura vestire la maglia con il mio nome è stato unico, avevo solamente paura di scivolare sul fango davanti a tutti prima dell'inizio della partita (ride, ndr)".