.

FIORENTINA, Adesso è allarme rosso

di Tommaso Loreto

Difende un po' tutti, Sinisa Mihajlovic. Difende in principal modo i suoi giocatori. Gli stessi autori di un avvio di gara, a Genova, a tratti sorprendente e poi rientrati a testa china dopo la quarta sconfitta in sette gare. Forse pensando all'ultimo posto in classifica. Situazione, questa, che per la cronaca non si viveva a Firenze da metà degli anni settanta. Ma la difesa del tecnico nei confronti dei suoi giocatori è quanto di più naturale possa esserci in un momento che rischia di diventare pericolosissimo, al di là dei proclami di rinascita. Perchè adesso, davvero, serve prima di tutto arrivare a quaranta punti.

La fragilità psicologica del gruppo è il segno più evidente della malattia che attanaglia la Fiorentina da ormai più di trenta partite. Un male, dunque, che non risiede in quel che accaduto dall'estate in poi. Ma, evidentemente, già da prima. Già da quando la squadra si è sfaldata sotto i colpi di un'ingiusta esclusione dalla Champions, e dalla fine di un ciclo che si avvicinava. E lì, forse, si è sbagliato. Evitando cioè di cambiare tutto quel che c'era da cambiare. Non limitandosi, in pratica, solo all'allenatore.

La squadra di oggi, quella che negli spogliatoi si guarda in lacrime dopo la sconfitta di Marassi, è priva di punti di riferimento. Di leader in campo che possano trascinare il gruppo. Di elementi di esperienza e qualità in grado di cambiare la partita con uno squillo, un guizzo, un lampo. Restano 90 minuti da giocare senza Adrian Mutu, poi tutta Firenze si aggrapperà a lui. Quello stesso fenomeno la cui cessione sembrava essere il punto di partenza della scorsa campagna acquisti. Qualcosa, dunque, non quadra. E dalla panchina pare difficile, al momento, farci qualcosa.