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FIORENTINA, Che fatica....

di Tommaso Loreto

La solita, confusa, Fiorentina infila l'ennesima sconfitta esterna. Un primo tempo casuale, qualche trama improvvisata, e zero occasioni da rete. Poi la ripresa, qualche flebile fiammella, infine il crollo. Verticale, rumoroso, persino goffo. Senza una reazione che sia tale, a fronte del rigore di Kozak, ma anzi con un'uscita di Boruc che, evidentemente, a Roma all'Olimpico non gode di particolare fortuna.

La confusione che regna in società, e che abbiamo più volte denunciato, si riflette inevitabilmente su quel che ormai da un anno si vede sul terreno di gioco. Mihajlovic continua a sedere sulla panchina viola senza che se ne rinvenga traccia nel gioco della squadra. E se è pur vero che il tecnico non sembra esser mai riuscito a dare la propria impronta al gruppo, è altrettanto vero che anche i giocatori non fanno niente per aiutarlo. Così come se è pur vero che fra Mutu, Vargas, Frey, Jovetic e un Montolivo a mezzo servizio, il tecnico serbo non ha mai avuto in mano la vera Fiorentina, è altrettanto vero che quel che gli è rimasto in mano ha saputo gestirlo davvero male. Semplicemente dando la sensazione di non saperlo proprio gestire. Nè dentro il campo, nè tantomeno fuori.

Nel mezzo, poi, ci sono le finestre di mercato che, da gennaio scorso, continuano a ripetersi con identici punti interrogativi. Scommesse non incassate, addi preannunciati, giocatori relegati in tribuna in attesa di destinazioni, ed eventualmente di nuovi innesti sul fil di lana delle ultime 48 ore di calciomercato. Capita, allora, che Felipe finisca in tribuna, che Bolatti (pronto a rifiutare qualsiasi destinazione nemmeno a Firenze avesse trovato l'"El Dorado") guardi ormai il campo solo dalla panchina e che Zanetti risulti poco più di un fantasma piuttosto minaccioso che aleggia sulla squadra, e sulla società a giudicare dai botta e risposta a distanza.

E c'è anche la proprietà. Ci sono cioè le battute di Diego Della Valle, dalle "Mamme Ebe" ai "dieci Colossei", che niente hanno aggiunto a quel che, invece, serviva. Ovvero qualche chiara direzione su quello che vorrà essere la Fiorentina nell'imminente futuro. Andrea Della Valle, dal canto suo, ha provato a rilanciare sul mercato di gennaio, promettendo innesti significativi che ad oggi si sono tramutati in Behrami e Neto. Richiedendo pazienza in attesa di tempi migliori e, chissà, forse anche di tornare a fare il presidente di una squadra che, comunque, non lo vede presenziare nè a Firenze, nè in trasferta. Che poi, a giudicare dalle ultime uscite contro Lecce e Lazio, lo spettacolo perso non sia indimenticabile, questa è altra storia.

Da stasera la squadra sarà in ritiro. Per prepararsi al meglio alla sfida di mercoledì contro il Genoa. E per ritrovare, presumiamo, anche Mutu. Con la speranza che il tira e molla non si ripeta per l'ennesima volta, con il conseguente rischio di sfociare nel ridicolo. Ma servono sterzate, servono progetti e decisioni di polso. Servirebbe, aggiungiamo il condizionale, anche qualche ulteriore acquisto in queste ultime 48 ore. Ma, su quello, siamo anche i primi a renderci conto delle difficoltà in cui si potrà trovare Corvino.

Perchè, fino a oggi, la lista dei presunti rifiuti sul mercato incassati dal diesse viola la dice lunga sulla condizione attuale del club viola. Senza guida societaria, senza indirizzo programmatico, senza spunti tattici o indicazioni tecniche che, dal campo, facciano presumere ad un nuovo ciclo. A meno di cinque mesi dalla fine dell'era Prandelli, la Fiorentina è in piena balìa delle onde. Senza parere tantomeno in grado d'intravedere troppi lidi cui approdare. Se a questo si aggiunge la caduta che la stessa squadra dell'attuale c.t. azzurro incominciò a gennaio scorso, i tifosi viola vivono da più un anno una delusione continua.

Corvino, non più tardi di 3 giorni fa, in sala stampa ha fatto riferimento alla sua stanchezza. Per i problemi extra campo, e per le critiche subite anche dalla stampa. Critiche che, per inciso, nemmeno la società ha mai troppo apprezzato. Forse, ci permettiamo di aggiungere, sarebbe arrivato il momento di prendere in considerazione anche la stanchezza dei tifosi. Perchè, ormai, veder giocare questa Fiorentina è diventata una fatica immane.