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FIORENTINA COME ESEMPIO DELLA “GESTIONE ITALIANA” DEI GIOVANI. DA CHI RIPARTIRE?

di Alessandro Di Nardo

La dolorosa eliminazione della Nazionale italiana nei playoff per Qatar 2022 ha acceso nuovamente il dibattito riguardante la condizione del calcio nostrano e la scarsa valorizzazione dei giovani. Dalla figuraccia con la Macedonia del Nord, uno dei mantra ripetuti ossessivamente da opinionisti ed addetti ai lavori recita “Bisogna ripartire dai giovani”. Il confronto con gli altri campionati è impietoso e, se guardiamo anche in casa Fiorentina, possiamo notare come i millennials facciano fatica ad entrare nel giro della prima squadra. I viola, che da sempre fanno del settore giovanile uno dei punti di forza del club, rappresentano un esempio calzante della difficoltà dei talenti italiani.

Con poco più di 26 anni di media, la Fiorentina si attesta a metà nella classifica delle rose più giovani di Serie A: se ci concentriamo sui calciatori italiani, i viola ne hanno 8 in squadra, di cui tre over 30 ed un solo under 25 (Riccardo Sottil, classe 1999). Gaetano Castrovilli, etichettato da gran parte degli addetti ai lavori come una “giovane” promessa, ha superato i 25 anni; questa percezione data da stampa e opinione è completamente diversa rispetto a quella degli altri paesi, dove i classe 2003 iniziano ad assestarsi in pianta stabile in prima squadra. Una visione che si traduce anche in numeri che possiamo ritrovare sia in generale (i campionato italiano ha la percentuale minore per numero di Under 21 utilizzati,3.9%) ma anche guardando in casa viola: nelle ventinove gare finora disputate, la Fiorentina ha impiegato solo un calciatore italiano nato dal 2000 in poi (Filippo Distefano) e solo per un minuto.

Questi dati stonano con i risultati della Primavera viola, uno dei migliori settori giovanili in Italia, capace di vincere tre Coppe Italia consecutive. E allora, nel concreto, come fare per coinvolgere maggiormente i giovani nella prima squadra? Qualche passo avanti è stato fatto da Vincenzo Italiano, che negli ultimi mesi ha convocato più volte coi “grandi" sia Alessandro Bianco che Filippo Frison, due colonne della Primavera di Aquilani. Detto della comparsata fatta da Di Filippo, ci sono però altri nati dal 2000 in avanti che potrebbero fare al caso dei viola nel breve-medio termine. Il primo è Niccolò Pierozzi, esterno di venti anni che sta vivendo una grande stagione alla Pro Patria e che, in un’intervista esclusiva a FirenzeViola.it, ha confessato di puntare già al ritiro estivo di Moena; l’altro è Samuele Spalluto, attaccante classe 2001 del Gubbio arrivato già in doppia cifra alla sua prima stagione coi professionisti, anche lui con in testa l’obiettivo di tornare a Firenze. Questi ultimi due, di proprietà della viola ma in prestito in Lega Pro, potrebbero essere già pronti per aggregarsi alla squadra di Italiano a luglio. Da lì servirà un po’ di pazienza e coraggio da parte dello staff e dell'ambiente, per evitare che anche questi calciatori, da giovani prospetti, finiscano per diventare gli ennesimi "what if" del calcio italiano.