FIORENTINA, Così no!
Sarebbe bello poter scrivere troppo brutti per essere veri ma, purtroppo, non si può. "Non succederà più", aveva promesso Prandelli ed invece una settimana dopo il brutto primo tempo della gara col Bologna, arriva quello inguardabile di Palermo. Presuntuosa, lenta, disordinata. Quella di ieri non è la Fiorentina, ma due approcci sbagliati nelle ultime due partita di campionato sono il segnale che qualcosa che non va, forse, c'è.
Difficile dare una spiegazione. La stanchezza sicuramente sta facendo il suo, ma come ha ben detto il caro Pranda, non può essere un alibi. "Voglio una squadra esausta negli ultimi venti minuti, non nel primo tempo". Eccolo, il problema vero. L'approccio alle partite, la mentalità con la quale la Viola scende in campo. Spocchiosa, presuntuosa, molle. Così recuperare posizioni diventa un'utopia, non un obiettivo. Nessun dramma, per carità. Anzi. Che regni l'equilibrio e che isterismi e attacchi di panico siano messi subito da parte.
L'andazzo va cambiato, però. E da subito, perchè la forza di questi ragazzi è sempre stata la determinazione, la voglia di stupire e di superare i propri limiti. Appunto, limiti. Se si pensa di averli valicati la faccenda si fa dura. Guai a perdere l'umiltà. Le proprie debolezze, così come le proprie qualità, devono rimanere sempre ben stampati in testa altrimenti si rischi di perdere la strada. Ritrovare la rabbia quindi, prima di tutto.
Ovviamente c'è anche tutto il resto. Metteteci Felipe e Gamberini che vanno d'accordo come il Presidente del Consiglio e Di Pietro nelle peggiori giornate (ma l'affiatamento arriverà), un Gilardino esausto e assalito da un'ansia da arbitri quasi ossessiva e un centrocampo arrivato probabilmente allo stremo delle forze (Bolatti, ci fidiamo di te) ed un Mutu di nuovo terrestre dopo un gennaio da Fenomeno e la pappa è servita. A Palermo la Fiorentina non c'era, e non può bastare la reazione comunque apprezzabile nel secondo tempo. Anzi. Fa ancora più rabbia vedere una squadra che nei secondi tempi viene fuori. Tanta stanchezza allora forse non c'è e quello che manca è la testa. C'è da lavorare, tanto, per riprendere a correre perchè niente è perduto.
Certo, repetita iuvant, va cambiato prima di tutto l'atteggiamento. "D'ora in avanti dovremo pensare solo a correre e a buttare la palla in avanti". Sbotta il mister a fine partita. Non che abbia rinnegato la filosofia dei risultati da ottenere attraverso il gioco, sia chiaro, ma il messaggio alla squadra deve arrivare chiaro. Testa bassa e pedalare, con umiltà. Che la Fiorentina, per un attimo, abbia pensato di essere troppo brava? L'impressione è questa, e questa squadra presuntuosa non ci piace. Per nulla.