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FIORENTINA, Così non va

di Matteo Magrini

Così non va. La Fiorentina esce dalla Coppa Italia per mano di un Torino parso tutto meno che indomabile. La squadra di Novellino ha messo in campo sicuramente una carica agonistica diversa rispetto a quella vista una decina di giorni fa all'Olimpico, quando i viola passeggiarono, vincendo per 1-4. Certo però, la differenza l'ha fatta l'atteggiamento degli uomini di Prandelli.


L'inizio di partita è stato anche discreto, grazie soprattutto a Jovetic, Mutu e Gilardino, che hanno dato vita a qualche combinazione di alta scuola. Piano piano però, la Fiorentina si è spenta, ha cominciato a giocare con supponenza, a ritmi molto bassi, quasi camminando. Nonostante questo, se Da Costa non si fosse addormentato, il Toro non si sarebbe mai reso pericoloso. Ma il portoghese, come a Napoli, ha commesso una grossa distrazione, e Bianchi lo ha punito, siglando il goal partita.


"Era l'occasione per dimostrare a tutti di aver fatto il vero salto di qualità". Così ha detto il tecnico di Orzinuovi al termine della gara. E' proprio così. Ci si aspettava una Fiorentina capace di vincere, di passare il turno. Ed invece no. Atteggiamento presuntuoso, altezzoso, a tratti irritante. Così, cara Fiorentina, non sarai mai davvero grande. Può sembrare un'esagerazione, una forzatura, ma il livello di una squadra si misura anche in partite come queste. Sono anche questi appuntamenti che testano la mentalità vincente di una squadra e questa Fiorentina forse, ancora non ce l'ha.


Manca, soprattutto nei giocatori che trovano poco spazio, la voglia di dimostrare, la rabbia giusta, la determinazione nel voler mettere in difficoltà Prandelli. Un ragazzo come Da Costa, giovane, sarebbe dovuto scendere in campo con la bava alla bocca ed invece, la sua è stata una prova macchiata da una dormita decisiva, e da tanti piccoli segnali negativi. Ma non è stato solo il portoghese a deludere. Anche Almiron, finchè è stato in campo, non ha lasciato tracce. Tanti tocchettini, tutti in orizzontale, ed un tentativo dalla distanza. Poi il nulla. Mai un contrasto vinto, mai un cenno di grinta. "Chi non gioca spesso aveva l'occasione per mettermi in difficoltà, ed invece non è stato così. Lamentarsi e basta non serve, voglio vedere i fatti sul campo". Bersaglio centrato, ancora una volta, da Cesare Prandelli.

 

Anche lui probabilmente, ha le sue colpe. Anche lui dovrebbe dare quel qualcosa in più per trasmettere la sua voglia di vincere sempre e comunque ai suoi giocatori. Prandelli, evidentemente, non riesce, in partite come queste, a trasmettere i giusti stimoli al gruppo, se è vero che, da quando è arrivato in viola, non è mai andato oltre i quarti di finale nella coppa nazionale. L'eliminazione dalla Coppa Italia non è un dramma, e la stagione della Fiorentina vede ancora obiettivi molto importanti assolutamente alla portata. Per centrarli però, serve crescere, serve capire che per diventare vincenti bisogna giocare con la stessa fame tutte le gare, o almeno provarci. Solo così si impara a vincere.


Doveva essere la partita che metteva in vetrina i papabili partenti. Ecco, il rischio è che alla luce della prestazione di ieri molti operatori di mercato girino la testa verso altri calciatori. Perchè giocatori supponenti, presuntuosi, senza fame, non servono alla Fiorentina, ma nemmeno a nessun'altra compagine. Archiviamo questo triste pomeriggio di Coppa Italia, con la speranza di ritrovare, domenica a Genova, quella Fiorentina che nelle ultime settimane aveva tanto impressionato per i segnali di crescita. Una battuta d'arresto ci può stare, ma deve restare un episodio, perchè così proprio non va.