FIORENTINA, Crisi o momento no?
La domanda sorge spontanea. Che sta succedendo? La Fiorentina resta lassù, aggrappata al trenino Champions League, coppa raggiunta e già salutata e di nuovo rincorsa tra mille peripezie in questa stagione. Il cammino, però, non pare dei più semplici. La Roma di ieri è più squadra di questa Fiorentina solo a sprazzi spettacolari ma spesso disunita e sfilacciata, poco compatta e coesa, lunga, confusa, smarrita. Non è bastato il cuore del Capitano Coraggioso Adrian Mutu, non è servita la sciabola di Felipe Melo o la freddezza difensiva di Alessandro Gamberini. Che manchi l'esperienza, a questa squadra, è un dato di fatto. Che manchi la voglia, quella vera, che diventa grinta tra sudore e lacrime degli avversari, a qualcuno inizia a venire in mente. C'è chi si piace e compiace, come Riccardo Montolivo, c'è chi è sempre poco lucido e spesso fuori posizione, come Juan Manuel Vargas, c'è chi arde vivo con ansia e preoccupazione ogni volta che ha il pallone tra i piedi, come Zdravko Kuzmanovic, e c'è chi ancora non sboccia anche se le condizioni non sono certo le migliori per farlo, come Stevan Jovetic. Cerchiamo di analizzarlo, cercando le colpe più che i colpevoli, questo momento no della Fiorentina. Augurandosi, s'intende, che di momento si tratti. Perché, fosse altro, allora si rischierebbe di vedere l'iceberg sempre più vicino.
Cesare Prandelli - Ai tifosi più maligni viene da pensare che il giocattolo, se non rotto, stia iniziando ad avere le prime crepe. La squadra non risponde più come le scorse stagioni ed è difficile spiegarsene i perché. Il gioco latita, giocate ed invenzioni arrivano per lo più dai singoli e solo a sprazzi. Il rombo a centrocampo ha sorpreso all'inizio, ora fatica ad affermarsi: Santana resta un giocatore misterioso, diviso tra volate fulminanti da maglia a pois e ritardi abissali da maglia nera. Forse non è l'interprete giusto per quel ruolo, forse la Fiorentina non ne ha uno adatto a ricoprire quella posizione. E poi i cambi: mai, o quasi, determinanti. Prandelli è e resta un grande allenatore e motivatore, ma la prima remata controcorrente dovrà darla lui, per invertire la rotta di una Fiorentina a tratti spumeggiante, altri alla deriva.
Il centrocampo - Felipe Melo a parte, di dita davanti alla bocca ne andrebbero messe davvero poche. Kuzmanovic attende sempre di esplodere, ma natura ci insegna che le micce possono anche restare intatte, senza la giusta scintilla. Il serbo è giovane, ci mancherebbe altro, si merita pazienza e carota, ma anche un po' di bastone. Montolivo, poi, continua a far storcere il naso. Due gol in una partita non valgono una stagione. Sono una goccia d'acqua nell'Oceano che il talento di Caravaggio dovrebbe sapere difficile da svuotare con un secchiello. Deve mettersi nell'ordine delle idee di essere ancora giovane, di dover dimostrare ancora tanto. E non solo agli altri, ma a sè stesso in primis. Guardate De Rossi: ha due anni in più di Montolivo e gioca con l'esperienza e il carattere di un veterano (ahinoi, lo faceva anche due stagioni or sono...). Serve più compattezza tra i reparti, sia in difesa che con l'attacco. Ieri Mutu predicava nel deserto, Gamberini e Kroldrup arrancavano sotto le sciabolate dei quattro avanti giallorossi.
Il mercato - Partiamo dalla difesa. Luciano Zauri e Gianluca Comotto faticano ad affermarsi. Juan Manuel Vargas è in lenta crescita: un diesel, è vero, ma visto che ormai costa caro (anche in estate...) come la benzina normale, è giunta l'ora di dare una sterzata alla stagione. Felipe Melo, tra gialli e pedate, sta facendo comunque bene. Lo stesso non vale per Almiron, anche contro la Roma comparsa pervenuta solo per una scivolata su Vucinic. Stevan Jovetic fatica a sbocciare ma è giovanissimo ed entrare ogni volta a gara in corso, in situazioni delicate, non ne favorisce la maturazione. Inutile parlare di Gilardino: lui segna a raffica, si merita solo lodi ed elogi. A posteriori, sarebbe servito qualcosa di diverso in mezzo al campo e in difesa. Uomini d'esperienza, s'intende, perché sfide contro vecchi leoni come Totti e De Rossi si vincono a fatica se si è la seconda stagione da professionisti...
Le motivazioni - Motivazioni o poca capacità di metterle in campo? Chi rimpiange Liverani e Ujfalusi, non lo fa perché loro procuratore o addetto stampa. E' semplicemente conscio che due così, in uno spogliatoio, valgono molto di più di un talento in erba o di un giovane dalle bellissime speranze. In Champions tremano le gambe, fuori casa molti sembrano spaesati. Cara Fiorentina, dovresti imparare che non sempre si gioca al Franchi...
Gli arbitri - Non è certo una stagione da baci e abbracci tra i fischietti e la Fiorentina. Gilardino è sul banco degli imputati da settimane, Mutu è tenuto sott'occhio come un simulatore d'annata, Felipe Melo ammonito e redarguito ogni qual volta mette un piede fuori posto. Attaccarsi alle giustificazioni arbitrali è sempre l'ultima arma a cui ricorrere prima di veder affondare la baracca, anche se talvolta è più semplice puntare il dito altrove piuttosto che su sè stessi. Certo è che, anche contro la Roma, quel rigore là poteva starci...