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FIORENTINA, E' un deja-vu

di Tommaso Loreto

Giornata di colloqui in casa Fiorentina. Fitti dialoghi e lunghe riflessioni. Una giornata cominciata addirittura prima dell'alba, quando la squadra è rientrata in città intorno alle 4 del mattino. Ma i musi lunghi dei campini, ieri, non erano legati alle ore piccole, questo è certo. Era sicuramente maggiore il pensiero a quei primi quarantacinque minuti contro la Juventus, le cui definizioni si sono sprecate. Tutte, per inciso, giustificate dalla pochezza messa in mostra.

In casa viola, l'abbiamo raccontato, le certezze sulla guida tecnica si sono affievolite. Diminuite sotto i colpi della Juventus che premeva sui viola, e alla luce di mesi nei quali il passare del tempo non è coinciso con una crescita. Dei singoli, del gruppo, del gioco. Ecco perchè, tutto a un tratto, Mihajlovic si ritrova un po' in quella condizione che lo vide vincere negli ultimi minuti, in rimonta, contro il Brescia. Quella volta Ljajic nel finale salvò il salvabile e la Fiorentina andò avanti. Stavolta la situazione è simile, con l'altra gara all'orizzonte, quella contro il Chievo a Verona, che dovrebbe restare un ulteriore banco di prova per Mihajlovic. Ovviamente Genoa permettendo. 

Anche allora, comunque, il tecnico serbo sentì traballare la panchina, come del resto accade oggi, in una sorta di deja-vu. In società le versioni sono meno compatte sull'argomento, e alla lunga, soprattutto se il trend dovesse essere lo stesso, Corvino rischia di rimanere l'unico a difendere l'allenatore. Novanta minuti contro il Genoa, per ora, per capire quanto tempo rimane a Sinisa per smentire tutto e tutti. Trovandosi di fronte, fra l'altro, un ex avvelenato come Frey e un capitano che dalla sua partenza da Firenze, Dainelli, ha visto i suoi ex compagni perdere soprattutto posizioni in classifica.