FIORENTINA, Gila tutto storto
Difficile non farsi prendere dalla rabbia dopo una serata così. La reazione istintiva è quella di prendere il televisore, o qualsiasi altro oggetto, e schiantarlo contro un muro. Troppo bella la Fiorentina per uscire dalla gara con la Roma con zero punti. Si fa fatica a crederci, ma è così. Una sconfitta arrivata al termine di una prestazione in stile Liverpool ed una zona Champions che resta lontana sette punti. Tanti.
Sembrava la serata perfetta, con Vargas tornato locomotiva sulla sinistra e con un Montolivo padrone assoluto del centrocampo. Difesa alta, ritmi altissimi, manovra lucida e imprevedibile. C'è stato tutto nella prestazione di ieri. Non si vedeva da tempo, una Fiorentina così. La guardavi prendere a pallate la Roma e aspettavi solo che arrivasse il goal. "Prima o poi lo facciamo", ha pensato tutta Firenze ed invece, alla fine, la reta l'ha fatta Vucinic. Che gioco terribile che è il calcio. Non esiste altro sport probabilmente dove la squadra che gioca meglio alla fine perde. Dura dirlo dopo la partita di ieri, ma è il bello del pallone.
Va tutto storto a questi ragazzi. Se De Silvestri dopo aver dichiarato di sognare un goal alla Roma si ritrova, lui terzino, a cinque metri dalla porta e spara alto, se Julio Sergio decide tutto ad un tratto di emulare il suo quasi omonimo portiere dell'Inter e se Gilardino continua la sua lotta personale con il goal allora vincere diventa difficile. Sul Gila ci fermiamo. Funziona così Alberto, e tu lo sai. Ci sono momenti che basta soffiare e la palla entra e altri in cui puoi prendere a martellate la porta per ore senza riuscire a scuotere quella maledetta rete. Che ci vuoi fare? Adesso va così. Deve stare tranquillo l'undici, ed evitare che il goal diventi un'ossessione. Mica facile, ma bisogn aver pazienza e prima o poi il violino tornerà a deliziare il popolo viola col suo incantevole suono.
E' lui il simbolo del momento. Per settimane ha sbuffato, barcollando per la stanchezza e facendo fatica anche solo a tirare verso la porta. Ieri no, ieri Gilardino era vivo, presente, determinato. E lo stesso la squadra. Sulle gambe per molte partite, con la Roma ha confermato i segnali di ripresa evidenziati mercoledì a San Siro. Nel calcio però, se non segni non vinci, e se non vinci tutto diventa tremendamente più complicato. Vaglielo a spiegare alla gente che dopo ieri sera si può tornare ad essere fiduciosi. Eppure questa è la realtà. Volevamo una Viola come nelle serate di Champions, e l'abbiamo avuta. Volevamo una grande reazione, e l'abbiamo avuta. E' mancata la svolta. Particolare mica di poco conto, è vero, ma adesso sperare è possibile.
"Dobbiamo ripartire da questa prestazione, anche se la delusione è tanta, perchè giocando così prima o poi ritroveremo anche un pizzico di fortuna". Cesare Prandelli, guida di un gruppo deluso, prova a tracciare la strada. Va seguito, anche perchè Diego Della Valle ha parlato chiaro. "Resterà con noi anche il prossimo anno. Non credo che questo sia un problema". Bene così, anche se la situazione non è così semplice in realtà. Inutile pensarci ora, però. Adesso è tempo di crederci, di rialzare la testa e di mettere nel mirino la Samp. Giocando così, del resto, espugnare il Marassi blucerchiato non sarà impresa impossibile, anche se dovrebbe tornare Cassano. A proposito, mica male ripartire battendo chi ha rifiutato Firenze, no?