FIORENTINA, I progetti per il futuro
VOGLIA DI VINCERE - Undici anni dopo, e con circa 220 milioni di euro investiti, la voglia di vincere è la stessa. Andrea Della Valle arriva in ritiro ed è di nuovo lui il primo trascinatore di una piazza che oggi sogna a occhi aperti. E non potrebbe essere altrimenti, se lui stesso un anno fa fu il primo garante della rinascita viola. Tutt’altro clima, quello che si respira oggi intorno alla squadra gigliata (basti pensare al gruppo virtuale guidato da Montella nei primi giorni dello scorso ritiro, quando sembrava che il tecnico dovesse prima allenare una selezione giovanile per poi approcciarsi alla prima squadra) eppure l’entusiasmo è rimasto intatto. Tanto che, mai come oggi, in casa Fiorentina c’è voglia di vincere.
OCCHI NEGLI OCCHI – Prima di tutto, però, c’è da sistemare la questione Ljajic. ADV incontrerà oggi Adem, per guardarlo negli occhi, e capire realmente quali sono le sue intenzioni. I rapporti con Ramadani restano buoni, ma la vicenda Montolivo ha insegnato fin troppo bene quali possano essere i rischi di un’annata senza rinnovo. Quanto ai rapporti con il Milan, poi, gioverà ricordare che difficilmente nel calcio si coltivano amicizie. Per questo motivo o Ljajic firma il rinnovo, oppure finirà sul mercato. A quel punto, però, chi vorrà arrivare al serbo dovrà accontentare la Fiorentina, perché nessuno ha intenzione di svendere l’attaccante viola, tantomeno di ritrovarsi ostaggi di futuri investimenti a parametro zero. Siamo al bivio, dunque, o dentro o fuori, e per fuori va considerata anche l’ipotesi di un anno in tribuna ad osservare gli altri giocare. Soprattutto perché un pizzico di riconoscenza da chi, a gennaio scorso, non aveva uno straccio di offerte sembrerebbe il minimo. Offerte che invece la Fiorentina ha già respinto per gioielli del calibro di Cuadrado, Borja Valero e Savic.
UN MESE DI FUOCO – Anche perché subito dopo la risoluzione del caso Ljajic non mancherà il lavoro per il duo di mercato viola. Molto è già stato fatto, tanto in uscita dovrà essere fatto (Olivera, Cassani, Vargas, ma anche El Hamdaoui o Romulo sono in attesa di destinazione) ma ancora mancano le rifiniture. Come nel caso del portiere. E se per ora Montella vuole valutare le risposte di Neto, il dialogo a distanza con Julio Cesar non si è interrotto. Il brasiliano, però, dovrà scendere nelle sue pretese d’ingaggio, altrimenti il rischio è quello di rompere l’ equilibrio interno e su questo aspetto Montella è disposto ad accettare di buon grado la candidatura di Neto a fronte dei tanti investimenti fin qui effettuati. Agazzi, d’altronde, non convince in pieno, e con lo stesso Cellino le trattative sembrano impossibili (l’affare Lazzari ha lasciato qualche strascico) tanto che anche su Nainggolan i viola stanno virando su altre piste. Ma oltre al portiere anche qualcos’altro sarà fatto, probabilmente in mezzo al campo, fermo restando che su acquisti come Ilicic un po’ tutti sono pronti a scommettere e che sogni del calibro di De Rossi resteranno tali viste le condizioni di equilibrio d’ingaggi da mantenere.
IL FUTURO E’ DIETRO L’ANGOLO – Con una squadra destinata a lottare per i vertici, e da ottobre anche a essere maggiormente tutelata in Lega, resta ancora la questione dello stadio da chiarire. Le dichiarazioni di Renzi dei giorni scorsi non sono passate inosservate, ma nel giro dei prossimi mesi comincerà anche la corsa al posto di nuovo Sindaco, e il quadro d’incertezza attuale potrebbe mutare. Di certo i Della Valle vogliono vederci chiaro sull’area Mercafir, e nessuno vuol cadere in qualche trabocchetto. All’interno dell’area indicata dal Comune, in sintesi, resisterebbero problematiche legate alla presenza di terreni in mano a privati, ed è su questo piano che si sposterà la futura dialettica. Pur con tempi lunghi, perciò, la Fiorentina potrebbe persino studiare ulteriori ristrutturazioni del “Franchi”. Arrivando magari a coprire la Maratona, e rivedendo la disposizione delle due curve. Progetti certamente a lunga scadenza, ma comunque orientati a un’ulteriore crescita della società, e della squadra. Perché il concetto resta sempre lo stesso: Della Valle, così come tutta Firenze, ha una voglia matta di cominciare a vincere. E festeggiare.