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FIORENTINA, Il mercato è questione di feeling

di Tommaso Loreto

Poco più di una settimana al via ufficiale alle trattative invernali. Mentre le società continuano a portare avanti contatti e sondaggi sottotraccia, sui quotidiani impazzano i nomi. Il consumistico natale occidentale, del resto, ben si sposa con il rinnovamento delle rose del pallone. Per ciò che riguarda la Fiorentina, tuttavia, ancora una volta i nomi preludono alle scelte “al limite” cui la piazza non si è mai abituata con grande convinzione

Da Iaquinta ad Amauri, fino a Palombo, o al giovane egiziano Hegazy, i nomi che per il momento circolano intorno alla Fiorentina non sono di quelli da far impazzire il tifoso. Il processo tuttavia, è anche da inserirsi nella tipica strategia di Corvino che come pochi sa lavorare al riparo da voci e indiscrezioni. Ma, di certo, i nomi di cui sopra restano anche tracce, se non vere e proprie indicazioni di massima di quello che, comunque, potrà essere il mercato viola in questo gennaio. Soprattutto in entrata, visto che i nomi in uscita (Gilardino e Vargas su tutti) sono destinati a restare gli stessi fino al 31 gennaio.

E allora, ancora una volta, oltre alla “mission impossible” che attende il diesse viola (che dovrà prima di tutto recuperare quel disavanzo allargato in estate e dettato dalle cessioni di big che ad oggi non sono avvenute) resta un'ulteriore riflessione su quelle che potranno essere le disponibilità affidate all'uomo di Vernole. Come dire che, al di là delle abilità di Corvino, molto dipenderà anche da quanto la società gli consentirà di lavorare con “le spalle coperte”. Sempre su entrambe i fronti, sia in entrata, che in uscita. 

Sottile ma decisivo, del resto, il limite tra quelle che saranno le scelte dei Della Valle e quelle di Corvino, soprattutto in questo mercato nel quale il "Corvo" per primo si gioca moltissimo. Conferma e ulteriore fiducia da parte di una Fiorentina che, comunque, sembra averlo ultimamente messo all'angolo. Eppure, tentare di fare sempre i miracoli, che siano con i giovani da scoprire o con “cavalli di razza” di ritorno a caccia di riscatto, non sempre è operazione semplice. Tantomeno in grado di garantire successi di risultati. E la recente storia gigliata lo conferma. In tal senso, il solo Corvino, potrebbe non essere l'unico colpevole di una seconda stagione deludente.