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FIORENTINA, Impressioni di settembre

di Enrico Mocenni

Tanta sofferenza e un' apprezzabile prova d' orgoglio per una Fiorentina ancora lontana parente di quella vista un anno addietro sui campi della Champions, ma che finalmente comicia a raccogliere qualche punto "interessante", in virtù della ritrovata rapacità d' area di Alberto Gilardino e di un Sebastian Frey nuovamente in versione "felina". Queste, dunque, le 'impressioni di settembre' di una Fiorentina, ancora in cerca di se stessa, seppur con qualche consapevolezza in più nella testa, a fronte di una partita a tratti buona, ma nel complesso non sufficiente se si vuol aspirare ai ranghi più nobili del campionato. Il punto di 'ripartenza' in ottica Parma per viola passa dalle prime battute del secondo tempo di "Marassi", dove la Fiorentina ha dimostrato di poter essere quantomeno al livello delle proprie competitors, sfruttando la grinta e l' orgoglio di un gruppo sotto esame e ancora poco avvezzo alla nuova filosofia tattica di Mihajlovic. Dopo Genova risulta ancora difficile dire, infatti, se il nuovo modulo studiato dal tecnico serbo sia realmente efficace, almeno fino a quando gli esterni (Vargas, Cerci o Marchionni) non troveranno il passo giusto, perché il "Mihajlovic- pensiero" passa proprio da questi ultimi, come del resto passava la scorsa stagione a Catania attraverso i movimenti di Mascara e Martinez. Altro punto cruciale nel gioco viola sono le palle perse, aspetto imprescindibile per una squadra che tra le sue fila conta una notevole quantità di piedi ben educati e che anche a Genova si è dimostrata troppo imprecisa e timorosa, finendo per sbagliare anche gli appoggi più elementari e concedendo quindi troppo frequentemente il fianco alle ripartenze avversarie. L'ultimo e più importante aspetto da tenere sotto osservazione rimane comunque la difesa. Fatta eccezione per De Silvestri, poco propositivo ma attento in fase di ripiego, Gamberini, ancora alla ricerca della migliore condizione, e Kroldrup, la vera incognita si chiama Manuel Pasqual. Il terzino veneto, involuto e spesso perso nella ' non man's land', soffre troppo e con chiunque passi dalle sue parti, e anche con il Genoa il copione è stato lo stesso. Palacio e Mesto a turno ne hanno palesato i limiti in fase difensiva quasi per tutta la durata del match fino all' inevitabile sostituzione con Felipe. Pasqual al momento non sembra essere allo stesso livello dei compagni di reparto e la prova lampante la si è avuta in occasione del gol di Mesto, lasciato colpevolmente libero di tirare dopo un bel uno-due al limete dell' area.            Gli spunti di rifelessione sono dunque molti per Mihajlovic, a fronte del poco tempo rimasto prima del ritorno al "Franchi" col Parma. Ma se il tempo è tiranno anche i tifosi non saranno da meno e un altro passo falso tra le mura di casa non appare al momento troppo consigliabile.