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FIORENTINA, Intanto ha reagito il gruppo...

di Matteo Magrini

La Fiorentina torna a vincere. Tre punti fondamentali, al termine di una "tre giorni" ad alta tensione. I viola dovevano portare a casa questa vittoria, per la classifica, certo, ma soprattutto per riportare serenità nell'ambiente, per tranquillizzare la piazza, per garantirsi ancora quella possibilità di lavorare serenamente che spesso in questi tre anni ha fatto la differenza. Bene così, dunque. Missione compiuta. Ma come va interpretata la gara di ieri sera? Vediamo un po', partendo dai segnali certamente positivi lanciati dal gruppo.

 

La Fiorentina è ancora una squadra, o almeno, lo è dal punto di vista caratteriale, dello spirito, della voglia di lottare. Una reazione rabbiosa, soprattutto nei primissimi minuti della partita, era facilmente prevedibile, ed infatti è arrivata. Grande foga, irruenza, pressing a cento all'ora, voglia di sfogare sul campo la pressione accumulata in questi giorni. Sono altri però i segnali che fanno ben sperare. Innanzitutto la compattezza con la quale i gigliati hanno tenuto il campo una volta segnato il goal del vantaggio. Nei minuti finali il Genoa si è gettato in avanti a capo basso, ma la Fiorentina è stata squadra, come direbbe Prandelli, ha saputo soffrire. Ogni giocatore ha aiutato l'altro. Si vedeva, sui volti dei ragazzi di Prandelli, la voglia di arrivare, tutti insieme, alla vittoria. E ancora. Adrian Mutu. Se sul piano tecnico siamo ancora lontani anni luce dalla sufficienza, piace, reazione al cambio a parte, l'atteggiamento verso i compagni. Tanti applausi, incoraggiamenti. Anche a fine gara, smaltita la rabbia, il rumeno è andato in contro a diversi ragazzi, stringendo loro la mano e regalando sorrisi. Questo deve fare, così può essere il leader della Fiorentina. Certo, al carattere non si comanda, e qualche imprecazione ai passaggi sbagliati arriva. Ma va bene così. Non sono poi da sottovalutare due aspetti: l'esultanza al goal di Gila e le dichiarazioni del post-partita. Al goal di Alberto tutti sono corsi ad abbracciarlo, primi fra tutti i ragazzi della panchina. Gesto significativo. Dicevamo poi delle interviste rilasciate dopo il match. Un coro all'unisono, un grido forte, da parte di tutti, quasi un'arrabbiatura complessiva: "Ma quali problemi?! Siamo un gruppo solido, unito!" E le parole di Prandelli dei giorni scorsi? La sensazione è che lo scopo del mister fosse proprio questo: fare "arrabbiare" i suoi uomini, forse anche con lui. Voleva scuoterli, pungerli nell'orgoglio. C'è riuscito.

 


Ci sono però anche dei problemi, e sono problemi tecnici, di gioco. La Fiorentina fa molta fatica ad essere brillante, a creare occasioni da goal importanti. Spesso ci si aggrappa alle giocate dei singoli. E' stato così a ieri, era andata allo stesso modo con la Juve e a Napol, quando i viola segnarono grazie ad una magia del Gila per Mutu. I viola sembrano soffrire maleddetamente le squadre che si chiudono. In queste occasioni manca da morire Liverani, e la sua capacità di trovare varchi e corridoi invisibili ai più. Meglio quando c'è da ripartire in velocità, in spazi ampi. Melo è un grande incontrista, ma gioca ancora troppo in orizzontale, senza mai verticalizzare. Sarebbe, questo, compito di Montolivo, ma il talento di Caravaggio è ancora in ritardo di condizione, e la personalità ancora latita. Da lui ci si aspetta di più, perchè lui ha davvero i mezzi per diventare il faro di questa Fiorentina. Non si può più aspettare. E' l'ora di crescere. Anche Mutu non è al top, anzi. Il numero dieci gigliato non è brillante, non salta l'uomo. Questione fisica, crediamo, se è vero, come abbiamo detto, che mentalmente il rumeno ha dato segnali importanti.

 


Per ora ci accontentiamo. Ci eravamo spaventati in questi giorni, avevamo paura che si fosse rotto qualcosa nel giocattolo di Prandelli. La Fiorentina ci ha rassicurato, ha dato una risposta importante dal punto di vista mentale. Era questo il punto fondamentale. Se il gruppo c'è, se tutti remano nella stessa direzione, i problemi di gioco si risolveranno. Erano preventivabili, questi. La squadra è cambiata moltissimo, soprattutto in mezzo al campo, il fulcro di una formazione. Questione di tempo, di lavoro, di amalgama. Su questo, la garanzia è Prandelli, ma lo sono anche i calciatori. Se sono uniti, e ieri hanno dimostrato di esserlo, non avranno difficoltà. Il gioco arriverà. Ed allora, saranno dolori. Prandelli ha urlato, i ragazzi si sono scossi, Coraggio viola, riprendi la tua corsa, perchè va benissimo il carattere, ma presto servirà anche il bel gioco. Prandelli lo sa, ed ora sa di poter lavorare solo su quello.