FIORENTINA, La ricerca della felicità
Animi calienti, sulle sponde viola. Laddove il mare non luccica certo, perché i risultati latitano ed il gioco è pervenuto solo a tratti. Grinta, cattiveria, rabbia. Per qualcuno termini che non bastano, per altri motti da piccola squadra. Tattica, tecnica. A detti di altri ancora, non è qui il nocciolo della questione, il perno su cui si incentrano magarne e malumori fiorentini.
C'è chi attacca un mercato fallimentare, chi punta il dito contro la società, chi considera i giocatori primi colpevoli della crisi, chi invece non pensa che Mihajlovic sia l'uomo giusto per la Fiorentina. Di frasi, chiunque, ne sta spendendo a bizzeffe in questo torbido periodo. Perché è giusto fare un punto della situazione, capire cosa va e soprattutto cosa non va. Giusto però, anche porvi rimedio, costruire piuttosto che solo distruggere.
Ed allora, Mario Alberto Santana dixit, guardiamo lì. Alla testa, al punto da cui partono le motivazioni ed a catena giocate, assist, gol, diagonali, sovrapposizioni, passaggi facili o impossibili. Tutto più semplice, se la testa è sgombra, tutto più chiaro se i pensieri non affliggono ma tengon solo compagnia, se gli incubi diventano e tornano sogni. Felicità. Serenità. Tranquillità. Forse è questo che manca davvero alla Fiorentina.
Forse è per questo che il summit, non certo ordinario ma neanche straordinario, farà bene al gruppo viola. Non resta che attendere, perché poi al di là di ogni discorso, incontro, parere, attacco o altro che sia, sarà sempre il campo a dare le risposte ultime. Scenderci con più serenità e felicità, però, aiuta forse a farlo meglio. A vincere, magari.