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FIORENTINA, Qualcosa è cambiato

di Matteo Magrini

Meno male. Lo diciamo così, tirando un sosprio di sollievo, perchè quelli di ieri con il Livorno sono tre punti che pesano quanto un macigno. Pietra importantissima quella posta ieri nelle ricostruzione della classifica viola. Contava solo quello, vincere, e per una volta il bel gioco si può lasciare da parte.  Bene così, e se il successo arriva anche grazie ad un arbitraggio amico (prendiamo e portiamo a casa una volta tanto) tanto meglio. Non sarà il massimo della sportività, ma pazienza. L'abbiamo detto, questa vittoria era troppo importante. E poi non c'è solo l'arbitro. "C'è lo spirito ritrovato", per dirla con le parole del Pranda, c'è un Vargas tornato cattivissimo su quella fascia e poi c'è lui. Gilardino. Che esplosione, che goduria quel goal caro Alberto. Del resto c'era da aspettarselo. Mica normale per uno come lui digiunare tanto a lungo. Se quel colpo di testa vuol dire svolta lo scopriremo solo vivendo, ma sicuramente è una bella boccata d'aria. Per lui e per tutta la Fiorentina. Non sarà mica una caso se il ritorno ai tre punti è coinciso con il risuonare del violino? Dal Siena al Livorno, da derby a derby. Soprattutto, da Gila a Gila. Tutto torna.


Citazione doverosa per Ljajic. Che talento, ragazzi! E che faccia tosta. Questo bambino tratta la palla come i grandi, punta l'uomo, rischia la giocata e non ha paura. Tanta roba. Certo, "ancora deve imparare tante cose, e fargli capire certe situazioni di gioco è davvero difficile", sottolinea papà Cesare. Ma questo vuol dire avere diciotto anni. "Il ragazzo si farà", e poco importa se per adesso "ha le spalle strette". Per quello c'è il tempo, e la palestra. Intanto godiamoci piedi e personalità. Mica poco, no?  Tutto bene, quindi, ma certo che questa squadra in campionato soffre. E tanto. "Abituiamoci, però, perchè sarà così in tutte le partite" avverte Prandelli. Si sapeva, e pretendere spettacolo da un gruppo che ogni tre giorni è chiamato ad una battaglia diversa diventa onestamente difficile. Accontentiamoci. Anche perchè, nonostante un filotto negativo che di più non si può, guardi la classifica e ti accorgi che battendo il Milan mercoledì la zona Champions si troverebbe a soli quattro punti. Diciamolo piano, per carità, ma tutto è possibile.


Serve una volata da brivido, è vero, ma qualcosa col Livorno, forse, è cambiato. Di Gilardino abbiamo già detto, così come dell'arbitro, ma le sensazioni positive non si fermano qua. Intanto in mezzo al campo si è rivisto il professor Zanetti. "Non ha ancora il ritmo gara, ma per noi è troppo importante". Ancora Prandelli, che gongola al pensiero di ritrovare l'unico giocatore capace di verticalizzare, di pensare calcio in modo diverso. La speranza è che ritrovi presto la condizione e che non si fermi più. Un altro indizio? Il goal di Vargas. Con la Roma quella deviazione decisiva non sarebbe mai arrivata, o magari il pallone sarebbe finito chissà, sul palo. Questione di episodi. E di fortuna.  Ecco. Se insieme a Gilardino, a Zanetti, allo spirito e ai tre punti questa Viola ritrova anche un pizzico di buona sorte si può davvero star sereni. Del resto, mica poteva ignorarci per sempre. Dicono che la fortuna sia cieca, e va bene, ma a da Firenze s'era proprio dimenticata di passare. Ieri no. Ieri, finalmente, si è ricordata di Frey e compagni. Testa alta allora, prendiamo questi tre punti e ricominciamo a correre. Mercoledì c'è il Milan, poi la Lazio, poi la Juve e quindi il Bayern. Roba da brividi, ma non si può aver paura. Intanto respiriamo, e proviamoci. Per capire se qualcosa è cambiato. Davvero.