FIORENTINA, Resta solo la maglia viola
Passano tutti, calciatori, allenatori, dirigenze, ma i colori non sbiadiscono mai. Queste le parole di Delio Rossi per salutare la città di Firenze dopo la folle reazione alla provocazione di Adem Ljajic. Perché i colori, il giglio rosso da vestire sul petto in campo viola sono il simbolo, l'idea di questa squadra, e al di là dei suoi interpreti, delle sue epoche e del calore della gente rappresenteranno sempre la Fiorentina e l'espressione dell'amore dei suoi tifosi per la squadra.
Ma se la maglia è il simbolo, quali sono i contenuti? Dispiace doversi sentire dire che resta sempre la maglia da una persona che se ne va, che lascia ad altri il compito di onorarla. A pensarci bene sono tanti quelli che quest'anno lasceranno, mentre la maglia resterà. A voler analizzare soltanto gli ultimi 12 mesi ci accorgiamo che questo concetto è stato fin troppo usato per giustificare, o meglio anestetizzare l'ambiente viola che si è smontato pezzo dopo pezzo.
Abbiamo cominciato l'estate scorsa con le cessioni, alcuni a titolo gratuito, del “fenomeno” Mutu, di Donadel, di Santana e Comotto, tra i quali alcuni negli ultimi anni hanno sudato per l'appunto 7 maglie per i colori viola. Poi ci siamo concentrati sulla proprietà, sui Patti per Firenze e sulle idee mai realizzate e inevitabilmente abbiamo pensato: “Passano le dirigenze, i colori restano”, mentre la città in riva all'Arno non ha mai smesso di tremare all'idea che sotto sotto qualcosa sarebbe cambiato per davvero guardando ad una società che da questa maglia sembrava sempre più lontana, sempre meno interessata. Abbiamo proseguito con la vicenda Montolivo che dal mercato estivo è un eterno partente, con indosso una maglia e un numero che invece resteranno, un simbolo vestito da chi non potrà tenervi fede. La città stessa poi ha mollato, prima lo stadio con il record negativo di abbonamenti, con un media spettatori da “squadretta”; ed a seguire è stato mollato il tecnico, Sinisa Mihajlovic, messo alle strette sempre in nome della maglia che resta. Via Miha, dentro Rossi, alla disperata ricerca di nuovi contenuti per questi colori. Poco dopo si sono arresi Gilardino e Silva, i due che dovevano assicurare all'attacco viola quel numero di reti necessario a rendere un po' più splendenti questi colori. Tempo qualche mese ed entrambi nel mercato invernali sono andati via, nuovi interpreti sono arrivati; ma la maglia resta. Finito il calciomercato, a stretto giro di posta comincia il calvario, una serie di partite che portano la Fiorentina sempre più giù in classifica, senza gioco, senza contenuti, ma con delle maglie che trotterellano in campo. Una fuga agonistica dal campo di gioco che ha avuto un epilogo sconcertante, quel 0-5 che rimarrà impresso nella storia di questa squadra. Una fuga dall'orgoglio, dalla voglia di onorare non solo quella maglia, ma una città intera. A seguire è stato il turno di Corvino, vittima sacrificale del momento, factotum dei viola, perno degli equilibri interni degli ultimi anni, allontanato dopo il disastro. Se ne andranno a fine anno Natali, Marchionni, Amauri, Felipe, Kroldrup, forse altri, Cerci, De Silvestri, Vargas, oramai sicuramente Ljajic... I giocatori passano, resta il colore viola. Infine Delio Rossi, che ha pagato la sua stessa follia con l'esonero in tronco, se ne andrà anche lui, nonostante fosse colui su cui la città sperava di riacquistare il senso perso di vestire i colori viola.
Tanti vanno e alla fine solo la maglia resta. Ma in questa fuga generale, in cui oramai si fa fatica a capire su quali basi, su quali concreti interpreti si realizzeranno le idee che i DV, o la stessa città di Firenze, hanno della propria squadra, che senso ha parlare della maglia viola? Perché senza rappresentanti che sappiano dare concretezza all'idea che ognuno di noi ha della propria squadra, al di là che si sia tifosi o meno, è sempre più difficile affidarsi all'intangibile sentimento che il giglio in petto richiama per i Fiorentini tutti, mentre i protagonisti in prima persona della storia viola stanno pian piano sparendo, dileguandosi dietro ad un'idea di appartenenza di cui però non sentono il richiamo. Avremo tempo per analizzare meglio questa situazione e ricostruire, ma oggi ringraziamo Guerini che in conferenza stampa dichiara “negli ultimi 10 mesi ne abbiamo viste di tutti i colori”, ma di viola in fin dei conti, davvero poco, vorremmo poter aggiungere noi.