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FIORENTINA, Sarà l'Arsenal d'Italia

di Marco Conterio

In Spagna la chiamano 'Cantera'. In Inghilterra, invece, 'Academy'. sono le fucine di baby talenti cresciuti all'ombra dei big: con meno pressioni, con meno titoloni, con meno tappeti rossi e con meno cotillons rispetto all'Italia. E se è vero che i progetti nascono da lontano, se è vero che 'largo ai giovani' non è solo un populistico modo di dire, la Fiorentina vuole precorrere i tempi anche in questo. "Non chiamare più 'giovane' un ragazzo di 21 anni" è l'auspicio avveniristico di Pantaleo Corvino. Prendiamo Keirrison, un classe '88 già nazionale brasiliano, con presenze nella Libertadores e cannoniere maximo del campionato brasiliano. Ranocchia è l'esponente, non viola, principe di quell'annata nel Belpaese. Ok, al Bari sta facendo un'annata stratosferica, ma c'è voluta la provincia per consacrarlo. E poi? De Silvestri soltanto sta brillando di luce propria... Guarda caso a Firenze.

Il nuovo ciclo viola riparte dai giovani. Riparte da uno stuolo di campioncini in erba che pare tanto prendere come modello il progetto Arsenal, squadra che si è permessa il lusso di schierare anche dei '92 come Wilshere tra i protagonisti dell'annata o di consacrare, già da un paio di stagioni, il '90 Aaron Ramsey tra i big. "Jovetic è un giocatore d'eccellenza", Corvino dixit. Un '89, appunto, vent'anni ma tante responsabilità già sulle spalle, mosca bianca nel vetusto panorama italiano. Esperienza e gioventù mix per ripartire con un nuovo e duraturo ciclo, dove l'eventuale perdita di pezzi pregiati, oggi Mutu domani forse altri per motivi di mercato, dovrà avere il titolo principale di 'nessun dramma'. Alternative fatte in casa, vedi Babacar e Seferovic come futuri vice-Gilardino, leggi Ljajic come Vargas che verrà, come Carraro quale alternativa a Jovetic, ma anche in Di Tacchio ed Agyei per la mediana e, già dall'oggi, De Silvestri sull'out destro della retroguardia. Un Prandelli alla Wenger, dunque, con il suo Fabregas in Montolivo, con il suo Van Persie in Gilardino, con Gamberini alla Gallas ma anche con i baby di cui sopra pronti a diventare gli Walcott, Vela, Ramsey, Gibbs, Merida e Bendtner di turno.

I Gunners si sono dati tempo, giocando spettacolarmente, raccogliendo poco del seminato in quanto a trofei ma garantendosi low cost una rosa buona per tanti e tanti anni a venire. Perché intanto le altre big, Manchester United e Liverpool su tutte, iniziano a soffrire i frutti di spese e gestioni societarie scellerate, mentre l'Arsenal c'è e ci sarà. Perché in Italia alcune big hanno chiuso i rubinetti, altre attraversano ed attraverseranno momenti bui, mentre la Fiorentina costruisce da oggi il suo futuro. Un cambio di rotta netto e deciso, iniziato con la partenza di senatori quali Dainelli e Jorgensen, culminato con l'arrivo di Keirrison. Un classe '88, già, ma guai a chiamarlo giovane.