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FIORENTINA, Storie di primi violini

di Marco Conterio

'Il calcio è come un pianoforte: otto persone lo caricano in spalla, e tre sanno suonare quel dannato strumento'. Josè Mourinho, in fondo, non si è inventato niente. In principio fu Bill Shankly, vate di un Liverpool fantastico, uomo che si è meritato gloria eterna ed anche una statua sotto la Kop. Ed in fondo, aveva ragione lui. Chiedere a qualsiasi maestro d'orchestra calcistica, per averne conferma: pochi ma buoni, campioni s'intende, e poi grandi mestieranti ed uomini squadra. Vale come principio base per ogni club che si rispetti e, per questo, dev'essere anche targa affissa nelle menti della Fiorentina.

Che poi, lodare ogni giocatore dal primo all'ultimo, terzi portieri compresi, è arte giusta e legittima. Al giorno d'oggi, soprattutto. Però i primi violini sono quelli che ti portano alla Scala, seppur un'armonia a cappella sia necessaria per strappare applausi e non pomodori. Riccardo Montolivo, Juan Manuel Vargas, Adrian Mutu, Alberto Gilardino. Traslitterando l'aforisma di shankliana memoria, i frontman viola sono un poker d'assi di rientro o in cerca di conferme.

Il peruviano torna dopo uno stop che sa di obbligato più che di precauzionale, ma la sostanza cambia di poco. Perché esserci, per lui, a Catania, è sì opera di ricordi d'amore e d'amarcord, ma anche tassello importante per la Fiorentina. Che, nelle ultime uscite, ha brillato a fasi alterne sulle fasce, con un Cerci che si pensa solista ma che ad oggi dovrebbe ancora seguire gli accordi tattici dei compagni, e con un Marchionni ottimo solo a Marassi.

Le corse e la precisione di Vargas sono arma in più, detta in soldoni, per Alberto Gilardino. Il bomber con due occhi al campo ed una valigia ancora da riempire. Verrà il tempo del mercato, quello in cui le sirene juventine impazziranno e dove forse il semaforo diventerà bianconero. Oggi, fine ottobre, è però centravanti viola e c'è da immaginarlo sospirare sollevato, alla notizia dei grandi ritorni.

Uno part-time, visto che i dolori del giovane Riccardo, sono affare duro per il capitano della Fiorentina. Un piede che lo condiziona, affatica, depaupera dalle sue migliori qualità, ma non per questo costringe Montolivo fuori dal campo. In Coppa Italia, semmai, ma non in quel di Catania, dove le sue geometrie e la sua spada saranno linfa vitale per i compagni.

Dulcis in fundo Adrian Mutu, del quale è stato scritto e detto tutto, ma del quale narrare e raccontare è possibile ogni giorno. Pagine nere ed oscure, sinora, in questo 2010 da inferno. Colpa sua, però, senza se e senza ma. Gli stessi che ha ammesso Mihajlovic, però, quando gli è stato chiesto quanto sia più bello e facile giocare con un Fenomeno in più. I primi violini sono pronti a suonare, nuovamente, tutti insieme. Agli altri toccherà tornar nell'ombra o portare il pianoforte. Con un solo obiettivo: i tre punti. Senza se e senza ma.