FIORENTINA, Una domenica avvilente
Perdere la passione significa svuotarsi dentro. Perdere la passione per la Fiorentina a Firenze, significa che la piazza si sta svuotando di quell'amore infinito che l'ha sempre legata a doppio filo con la propria squadra. Al termine di Fiorentina-Lecce, Firenze se n'è lavata le mani. Non ha nemmeno contestato. Nè dentro lo stadio, nè tantomeno fuori, dove un cordone di steward controllava l'assenza completa di tifosi pronti a contestare. Ha preso la strada verso casa risparmiandosi ulteriori folate di vento gelido, comodamente ricevute per la modica cifra, ad esempio in curva, di euro diciassette. Alla faccia dello spettacolo offerto...
Qualche fischio nell'intervallo, altri mugugni al novantesimo, ma nessuna contestazione nel dopo gara. Sintomo di un'indifferenza che sta diventando cronica nei confronti di pecche ormai ben oltre l'evidenza. Un impianto di gioco inesistente, una mano, quella dell'allenatore, che latita drammaticamente in un gruppo che lavora insieme da oltre sei mesi. E poi una società tutt'oggi presente solo negli allenamenti blindati, negati ai tifosi che almeno capirebbero il perchè di tanto nulla domenicale. Società che, per inciso, da tempo ha ormai delegato tutto e ancora di più al suo dirigente più esposto: Pantaleo Corvino. Grande artefice delle recenti annate positive, ma al tempo stesso principale colpevole di una Fiorentina deprimente, e tutt'oggi a zero nella casella rinforzi. Nel mezzo, un gruppo di calciatori che niente sembra voler fare per uscire da cotali sabbie mobili, salvo ritrovarsi a ballare a tarda notte, o in una macchina cappottata, alle prime luci dell'alba.
Scelte sbagliate o meno, rivangare il passato forse adesso ha poco senso. Avrebbe molto più senso inventarsi una sterzata, un cambio di marcia, un segnale importante. Ora come ora servirebbero innesti mirati (siamo all'ultima settimana di mercato con l'unico arrivo di Neto), messaggi dalla proprietà rivolti a riavvicinare la squadra ai suoi tifosi (presenziando allo stadio, aprendo le porte degli allenamenti, liberando i giocatori da una cortina di protezione che non ha fatto altro che allontanare la gente dai rappresentanti della loro fede) e possibilmente anche una serie di indicazioni diverse dal terreno di gioco. A cominciare dalla gestione tattica della squadra firmata Mihajlovic.
Perchè la Fiorentina che ha affrontato il Lecce ha spesso giocato a caso, come accaduto innumerevoli volte negli ultimi tempi. Perchè se Corvino non crede che la rosa possa essere migliorata, e Mihajlovic gli dà ragione, la sensazione che resta è che questo gruppo non sappia da che parte rifarsi. In campo, e pure fuori a giudicare dalle cronache notturne che ricordano più la Milano da bere che non la Firenze da Champions. Quella, per intendersi, che solo un anno veleggiava per mezza Europa. Ci pensi la Fiorentina, ci pensi seriamente nel mantenere gli atteggiamenti e le strategie degli ultimi anni. Perchè il rischio, a questo punto, è che sempre meno persone abbiano la forza e la pazienza di sostenere domeniche avvilenti come quella appena trascorsa. Infondo, a pensarci bene, lo stesso ADV oggi si è risparmiato il freddo, il vento, e lo spettacolo offerto dal campo.