FIRENZE SI FERMA: È LA NOTTE DEI DESIDERI
Non è stata una notte come le altre, non è stato un risveglio come gli altri per i tifosi viola: il pensiero sincronizzato di tutti, l'ultimo prima di chiudere gli occhi ed il primo questa mattina, è andato lontano, verso Roma e verso quella coppa che a Firenze manca da ventidue anni. Sono passati esattamente 8015 giorni dall'ultimo successo dei viola, 3308 dall'ultima finale, sempre a Roma, sempre in Coppa Italia, contro il Napoli, in una notte che lascia ancora il sapore amaro in bocca ai tifosi fiorentini.
L'astinenza più lunga nella storia del club gigliato potrebbe concludersi stasera, poco dopo le 23, o potrebbe prolungarsi almeno fino al prossimo 7 giugno. Firenze vive sospesa queste ore di ansia collettiva: lo si percepisce nelle chiacchiere da bar, nelle piazze, per i vicoli del centro che si addobbano di viola; gli altri argomenti scivolano via, tutto quello che c'è da fare prima delle 21 di stasera è al massimo un diversivo, un anti-stress. Comunque vada, stasera per Firenze sarà una festa: lo sarà per i venticinquemila cuori viola in viaggio per l'Olimpico e per chi a Roma non potrà andare, ma replicherà l'atmosfera della Curva Sud (quest'oggi Curva Fiesole) nei vari luoghi della città, ben otto, dove saranno presenti maxischermi per seguire la partita, facendo diventare tutta la città un enorme stadio e rivitalizzando una comunità, che nel sentimento collettivo, che sia di amore, paura o dolore, si sta ricompattando.
"Non vogliamo solo immaginare la città in festa, adesso vogliamo viverla- ha detto il capitano, Cristiano Biraghi, nella conferenza stampa della vigilia. Una presa di coscienza, da parte del leader viola, che segue quella dei tifosi: la piazza sembra matura per vivere una serata da sogno, "la notte dei desideri", a ventidue anni di distanza dall'ultima volta. Con una genuina spocchia tutta fiorentina, da non confondere con una presunzione di superiorità difficilmente giustificabile vista la forza dell'avversario, il popolo viola è convinto di potersela giocare alla pari: perché se a fare la differenza saranno, come spesso accade in questo sport, le motivazioni, quelle portate da Firenze e immagazzinate in un ventennio contenente un fallimento, due anni di purgatorio e tante delusioni sportive e non, peseranno sicuramente di più rispetto a quelle di una squadra come l'Inter di Simone Inzaghi che non vede l'appuntamento di Roma come quello più importante della stagione.
Dalle 21 di stasera, un giudice supremo, il campo, potrà spazzare via o alimentare le fantasie del popolo viola. Nel frattempo Firenze rimane paralizzata, in uno stato di sonno lucido, a metà tra l'euforia per una notte in ogni caso da ricordare e l'ansia che precede ogni grande evento; due sentimenti che, condivisi, oggi ci fanno sentire tutti un po' più vicini.