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FIRENZE, Siamo tutti irlandesi

di Tommaso Loreto

Inutile girarci intorno. O, ancor peggio, far finta di niente. La sfida di stasera, oltre che per la storia e il prestigio in ballo, è anche un vero e proprio duello. Un vis a vis (non aggiungeremo altri "francesismi", promesso...) che Firenze attende con trepidazione. Perchè tutti si ricordano di Zauri a terra. E perchè nessuno ha dimenticato lo svenimento di Toulalan su una gomitata di Gilardino che, fondamentalmente, non è stata tale. E, infine, perchè ancora tutti hanno negli occhi quel che è successo al Trap che ha provato a sfidare gli Dei dell'olimpo transalpino. Non c'è niente da fare. Accusateci di partigianeria o provincialismo, ma francamente questi francesi sono tutto fuorchè simpatici.

Rivalità che si radica nel tempo. Agonismo mai nascosto, tantomeno nelle vicende che hanno riguardato le Nazionali. Fra golden gol in zona "Cesarini" agli Europei e testate varie nell'ultimo Mondiale. Italia e Francia, a volerle osservare bene, potrebbero essere anche due facce delle stessa medaglia. Con la non trascurabile differenza che, sovente, a rispecchiarsi in certe spocchiose autocelebrazioni non sono propriamente gli italici. Ed è innegabile che, quella parte d'Italia che osservava il miracolo di Trapattoni, si sia segnata l'ennesimo sgarbo gallico.

Voglia di imporsi che, dunque, travalica anche l'importante posta in palio nella gara di stasera. Battere il Lione significa sì accedere agli ottavi di finale di Champions League, traguardo storico, ma anche togliersi la soddisfazione di vendicare un pareggio e due amare sconfitte nei precedenti incontri. Certi che, stasera, il Trap farà il tifo per la Fiorentina. E, con lui, almeno altre 37.000 persone. Una bolgia, il "Franchi" che attende Lisandro Lopez e compagni. Un inferno il rettangolo di gioco dove la Fiorentina darà tutto per assicurarsi una gita premio a Liverpool, per il ponte dell'8 dicembre...

Frey tra i pali. Comotto, Kroldrup, Dainelli e Gobbi in difesa. Montolivo e Zanetti a metà campo con Marchionni e Vargas esterni offensivi. Davanti Santana alle spalle di Gilardino, con la carta Jovetic da giocare a partita in corso. Dodici uomini per un'impresa. Tre punti per un obiettivo, la qualificazione, che qualche mese fa a Montecarlo, nel giorno dei sorteggi, sembrava soltanto un sogno. Firenze freme, guarda le ore che passano, e attende di perdere la voce dai gradoni del "Franchi". Per la Fiorentina, per la Champions, per la gloria e per la storia. E anche per il Trap e la sua Irlanda...