.

FRANCHI, Deve tornare il fortino di una volta

di Marco Gori

E’ sempre stato considerato uno dei campi più ostici della Serie A. Da tutte le squadre. In tutte le stagioni. Anche quando la Fiorentina stentava o viveva nell’anonimato. Chiedere informazioni alla Roma di Totti e Batistuta, che nel famoso giorno del “semo tutti parrucchieri” vide la propria cavalcata verso il terzo scudetto messa a serio rischio proprio su quel terreno. E invece quest’anno il “Franchi” pare essere diventato terra di conquista. E non preoccupa tanto il fatto di aver stabilito un record di sconfitte interne quasi immemorabile, quanto il fatto che esso sia maturato nelle più disparate situazioni: a Firenze si sono finora affermate tutte le cosiddette “grandi”, sia quando si trovavano in fase di ascesa, come nel caso della Roma, sia quando erano alla ricerca del riscatto, come accaduto ieri alla Juventus; e sempre nell’impianto fiorentino sono iniziate le rinascite di Napoli e Bologna. Un dato questo, che, associato alla quasi storica difficoltà della squadra viola di ottenere punti in trasferta, fa sicuramente riflettere. Qualche settimana fa Cesare Prandelli disse che occorreva salvarsi il prima possibile. Sicuramente si trattò di una dichiarazione provocatoria. Non vogliamo in questo momento nemmeno pensare a quale sia la quota salvezza. Ma viene spontaneo chiederci, dando uno sguardo al calendario, dove raccoglierà questa Fiorentina i punti necessari a chiudere il campionato in una posizione di classifica perlomeno decente? Non si può dire che ieri ai viola sia mancato il sostegno del “dodicesimo uomo”; peccato che lo spirito dei sostenitori gigliati non sia stato pienamente recepito dalla squadra. Cosa che non pensiamo accadrà dopodomani nella gara contro il Bayern, visto che in tutte le gare finora disputate in Champions League la squadra è apparsa trasformata, e sicuramente gli uomini di Prandelli avranno il dente avvelenato almeno quanto i tifosi. Ma anche in campionato, a cominciare dalla gara col Genoa, il “Franchi” dovrà tornare ad essere quel terreno dove strappare un solo punto sarà una impresa per chiunque. Altrimenti saranno dolori. Perché trasferte come quella di Siena non ce ne saranno più.