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FRANCHI, Un fortino da ricostruire

di Marco Conterio

Le facce della medaglia. E' sempre così, nella vita. Bianco o nero, bene o male. Tutto o niente. Soprattutto a Firenze, luogo dove le mezze misure sono unità sconosciuta e dove ruminare mediocrità non è nell'indole di nessuno. O ci si esalta, o ci si deprime, il fiorentino è fatto così. Anche, e soprattutto, quando si parla delle sorti dell'amata viola che, a distanza di mesi, è passata dai picchi altissimi delle luci della ribalta europea, ad un Sunset Boulevard dal quale rischia di uscire a fatica.

Strozzare rabbia e dolore in gola, soffocandoli con un grido d'amore, o urlarli al vento e disertare l'Artemio Franchi? Il dilemma è attuale e la risposta varia e seconda del sentimento dell'attimo e del momento. Spendere, seppur la società abbia abbassato l'asticella dei prezzi, non è mai piacevole se poi il prodotto non è all'altezza e delle premesse e delle promesse. 'Per la maglia', dicono gli innamorati cronici. Già. Forse, oggi, è l'unico appiglio per il quale valga la pena esserci, sabato sera, all'Artemio Franchi.

La partita, di per sè, non ha certo un grande appeal. E' il Bari di Barreto, Castillo, Donati, Gazzi e Masiello. Come dire, c'è di meglio, ma c'è anche di peggio. Vista la classifica, poi, meglio lasciar da parte la puzza sotto il naso ed il frac e riprendere in mano gli arnesi da calcio operaio che hanno fatto della Fiorentina una squadra quasi unica nel suo genere. Esserci, però, sarà comunque importante. In fondo il campionato è solo all'inizio, in fondo c'è tempo per cambiare marcia e per risollevarsi dall'ultimo scalino della scaletta del pollaio della Serie A.

L'appello dei club, per Fiorentina-Bari, sabato sera, pioggia o grandine, caldo o freddo, vento o tempesta che sia, è giusto e legittimo. Ci sarà, poi, il tempo dei fischi e dei mugugni, anche se dita incrociate e scongiuri vari portano a pensare che nessuno se lo auguri. Ma anche se così fosse, meglio usare la parola 'poi'. Un piccolo sforzo, forse l'ultimo che adesso può permettersi, lo chiede anche la Fiorentina alla città. Un Franchi che torni agli antichi splendori. Anche e, soprattutto, per tornare tutti insieme alla faccia giusta di questa medaglia maledetta.