GATTUSO E LA DIFESA: NEGLI ULTIMI ANNI, DUE VOLTE NELLE PRIME TRE
Uno degli assiomi sui quali dovrà principalmente lavorare Gennaro Gattuso non appena inizierà ad allenare la sua nuova Fiorentina sarà la tenuta difensiva. Complice la partenza quasi certa di alcuni pilastri delle ultime stagioni (Pezzella e Milenkovic) e la promozione di un giovane che ha alternato ottime cose ad errori banali (Martinez Quarta), per il tecnico sarà necessario un impegno basato su un doppio binario: la scelta degli uomini adatti al suo 4-3-3 (o 4-2-3-1) e soprattutto i corretti movimenti da fare per smuovere dal torpore un reparto che dal 2019 è abituato a giocare con la linea a cinque.
Una scelta - quella di puntare sul catenaccio - che se nella passata stagione aveva premiato i viola (la Fiorentina chiuse con 48 gol subiti, sesta difesa del campionato), in questa stagione non ha pagato (le reti incassate sono state ben 59). In soccorso però arriverà la mano di Gattuso, che oltre a saper spesso dare alle sue squadre un gioco arioso e mai banale è anche un attento lavoratore sulla fase difensiva. Eccezion fatta per l’impatto non esaltante che ebbe a Napoli due anni fa (31 gol subiti in 23 partite), nelle altre stagioni alla guida degli azzurri e prima ancora del Milan l’operato di Rino e il suo staff sulla difesa è stato di alto livello.
Quest’anno, pur non avendo centrato la Champions, Koulibaly e compagni sono stati la terza miglior retroguardia della Serie A con 41 gol subiti mentre durante l’avventura in rossonero nel 2017-18 Gattuso ha visto la sua porta perforata 24 volte in altrettante gare (media di un gol a partita, accettabile) mentre nella stagione successiva - il 2018-19, dove anche in quel caso la Champions sfumò per pochi punti - le reti furono solo 36 in 38 gare con addirittura un poker di sfide a cavallo tra febbraio e marzo di soli clean sheet. Il risultato? Anche quell’anno la difesa del Milan fu la terza del campionato. La speranza è che la mano d’oro di Rino possa fare miracoli anche a Firenze.