GIOIE E DOLORI
Luci e ombre, gioie e dolori come il ruolo impone. Per Milan Badelj l'avvio della seconda esperienza in viola non è stato semplicissimo, e sarà dalla ripresa del campionato che il croato dovrà per forza alzare il ritmo dei giri nel motore. La sua regia manca alla Fiorentina tanto quanto è mancata una diga a Cagliari, e se a San Siro finalmente si era rivisto il miglior Badelj delle passate stagioni, le ultime prove incolore hanno riaperto un dibattito immediatamente alimentato dalle divisioni quando in estate la società aveva chiuso l'affare con la Lazio.
Undici presenze da titolare, l'unica gara di Reggio Emilia contro il Sassuolo nella quale lasciò spazio a Benassi insieme a Pulgar e Castrovilli, l'ultimo mese di Badelj si è contraddistinto per i deficit. Poca inventiva, difficoltà dell'alimentare la manovra, qualche errore di troppo con palloni pesanti persi. Tra le probabili giustificazioni un'ultima annata a Roma con la Lazio nella quale metter minuti nelle gambe è stato problema, ma è chiaro che se la Fiorentina degli ultimi tempi ha stentato è anche per il suo mancato apporto.
A Verona, complice la doppia assenza degli altri due titolari squalificati, Badelj è il primo indicato a prendere per mano un centrocampo inedito, magari insieme al veterano Benassi e a un altro esordiente come Zurkowski. Logico attendersi dal croato una prova di maturità, e un riscatto dai brutti voti rimediati nell'ultimo turno. E' anche dai suoi piedi che passa la ripresa del cammino dei viola, tanto più al cospetto di una squadra come il Verona che andrà saputa gestire anche con quel possesso palla che il miglior Badelj saprebbe impostare a occhi chiusi.