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GIOVANI E PROGRAMMAZIONE, L'UNICO SENSO

di Luciana Magistrato

Nove partite alla fine del campionato, zero obiettivi (tranne in Coppa Italia, ancora in ballo). Questa da ieri è la triste realtà della Fiorentina. E questa sarà ancora la stagione dei rimpianti per i troppi pareggi, per i punti persi per strada, per metà campionato senza una punta vera, per rinforzi estivi che tali non sono stati e per aver troppo presto alzato bandiera bianca. Allora che fare fino al 26 maggio? Spremere i tanti prestiti per capire se davvero valgono il riscatto (ad ora solo Muriel è sicuro) o lanciare qualche giovane per non farsi trovare impreparati anche nella prossima stagione? Stefano Pioli è stato tacciato di poco coraggio con i giovani ma c'è da riconoscergli che ha dovuto fare i conti con una squadra già giovane in partenza e nei titolari (pensiamo all'attacco iniziale con Chiesa-Pjaca-Simeone: 73 anni in tre) e che, con la necessità di avere risultati, non ha avuto la possibilità di inserire e puntare su assoluti esordienti del vivaio, anche se in realtà ci ha provato: pochi spezzoni fino a gennaio poi qualcuno ha preso altre strade (vedi Sottil), altri sono stati rimandati direttamente in Primavera (vedi Vlahovic e Montiel, anche se in realtà quest'ultimo ha sempre fatto parte della rosa dei baby).

Questo potrebbe essere il momento di rispolverarli anche se Bigica ne avrà bisogno per la Primavera, la cui stagione entra ora nel vivo (ma non si vive solo di trofei giovanili se poi i giovani non servono alla prima squadra). 37mila tifosi allo stadio (compresi migliaia di bambini delle scuole ben inteso) meritano rispetto e una squadra viva e fantasiosa, che non si fermi alla mediocrità del pareggio ma che vada all'arrembaggio, che sia frizzante, che voglia spaccare le partite e il mondo, al di là dei risultati che ormai non servono più. Ieri contro la direta rivale Torino la squadra ha alzato bandiera bianca e serve davvero dare un senso a queste 9 partite. Nelle segrete stanze invece la dirigenza dovrebbe iniziare a capire cosa serve veramente per tornare in Europa: dal manico - se il problema è quello - ai rinforzi, non si può aspettare il 26 maggio per programmare e le rivoluzioni finali non servono, se non a creare l'alibi di un'altra stagione di transizione.