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GIRA LA RUOTA

di Andrea Giannattasio

Per una volta la Dea bendata ha scelto di sorridere per la Fiorentina. Il successo di ieri sera contro la Roma infatti - pur fortunoso, magari anche immeritato - regala alla squadra di Sousa una consapevolezza ed uno spirito diverso dopo un avvio di campionato a tratti stentato ed ha certificato che il gruppo viola sia in lenta ma costante ripresa. Del resto che i gigliati avessero imboccato la strada giusta lo si era già avvertito a Salonicco, dove nello 0-0 contro il Paok la Fiorentina aveva già lasciato intravedere alcune trame di gioco in vecchio stile e nel complesso una tenuta difensiva lucida fino al termine che raramente si era vista anche in passato.

La riprova poi la si è avuta ieri sera contro una Roma a tratti forse più convalescente dei viola, nel corso di un match dove l’undici di Sousa ha saputo prima soffrire, poi nella ripresa dominare a tratti la gara e nel finale farla propria con un colpo da biliardo dell’eroe per caso che non ti aspetti. Quel Milan Badelj che poche settimane fa avrebbe potuto salutare Ponte Vecchio per accasarsi proprio nella Capitale. E mentre a Firenze il popolo viola questa mattina si gode (giustamente) un successo contro un avversario storicamente ostico che dalle parti del Franchi mancava dal 2012 (in quell’occasione segnò addirittura il carneade Santiago Silva, do you remember?), a livello nazionale fa notizia solo e soltanto la sconclusionata direzione arbitrale guidata dal fischietto Rizzoli.

Una partita piena di errori, questo sì, che però fa gridare allo scandalo tante persone dalla memoria un po’ troppo corta. Tipo quelle, ad esempio, che hanno già rimosso il netto fallo di mano in area giallorossa (non ravvisato da Mazzoleni) che il 4 maggio 2013 vide protagonista Daniele De Rossi: un preciso intervento da pallavolista a pochi minuti dal termine, dopo il quale fece subito seguito il gol-vittoria di Osvaldo. Per una volta, dunque, la ruota è girata e la Fortuna ha dato una mano alla Fiorentina. Ed i tifosi viola sperano che questa possa non essere certo l’ultima volta.