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GRANITICI

di Tommaso Loreto

Non capita tutti i giorni di aggredire la Juventus. La Fiorentina c'è riuscita, per il terzo anno consecutivo (contando il campionato ed escludendo l'Europa). Tornando più sulla gara del primo anno in viola di Montella che non su quella incredible dell'anno scorso. Ma nell'arco dei novanta minuti che ieri hanno spinto i tifosi viola a riempire il Franchi, la Fiorentina ha ampiamente fatto il proprio dovere.

Mettendo in campo grinta e ardore agonisto. Laddove la stessa tecnica e il fisico potevano essere più favorevoli alla squadra di Allegri, gli uomini di Montella hanno sopperito con il cuore e la generosità. Una generosità emblematicamente rappresentata nel primo tempo da un Mario Gomez mai visto così battagliero, anche sui palloni a metà campo. Si dirà che nella ripresa, Mario, è apparso sulle gambe, ma la crescita del tedesco resta costante. E merita fiducia.

Ma praticamente tutti hanno sudato le fatidiche sette camicie. Da Mati Fernandez che ha fronteggiato il fenomeno Pogba a Borja Valero particolarmente ispirato nella prima frazione di gioco, fino a Pizarro sempre in cabina di regia. Da Cuadrado pronto anche a giocare in difesa a Joaquin ancora prezioso anche se più arretrato, fino a un Gonzalo Rodriguez insuperabile (ma è andato bene anche Basanta) e in grado di prendersi fior di rivincite rispetto a quel rosso su Llorente che regalò a Pirlo la punizione del passaggio del turno in Europa League nel marzo scorso.

Una dimostrazione di forza, perchè al cospetto della capolista, e perchè se la Juve ha inizialmente fatto a meno di Tevez è giusto ricordare che Montella nemmeno poteva contare su Giuseppe Rossi. Testimonianza, se possibile, di come e quanto questa squadra se la possa giocare con tutti. Da qui alla fine della stagione, e soprattutto nel corso delle prossime tre sfide, più che abbordabili almeno sulla carta.  


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