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GUAI A CHIAMARLE "RISERVE" EPPURE IN TANTI HANNO FALLITO LA LORO CHANCE

di Andrea Giannattasio

Alla vigilia della sfida contro i New Saints, Raffaele Palladino si era un po' risentito quando qualcuno gli aveva prospettato che quella contro i modesti gallesi sarebbe stata la partita delle "riserve". Questo perché, parola del tecnico, non esistono alla Fiorentina delle seconde linee ma solo titolari. O, per dirla in modo ancor più preciso, dei calciatori complementari alle prime scelte. Una risposta più che diplomatica, tipica di un allenatore che davanti ai microfoni fino ad oggi ha sbagliato davvero poco o nulla (dagli appelli alla società sul mercato fino alla difesa strenua dei suoi giocatori anche di fronte a partite di dubbio gusto passando per il modo in cui ha chiuso il "caso" Kouame) che tuttavia - in virtù della prestazione di ieri per i primi 60' - non è servita a "mascherare" il livello di una cospicua parte della rosa che, anche di fronte ad una formazione con un ranking Uefa al gradino numero 211 (la Fiorentina è 36a...), ha avuto difficoltà a trovare la via del gol.

In sostanza, per Palladino forse non ci saranno "riserve" nella rosa a sua disposizione eppure la sensazione è che gran parte degli elementi visti in campo ieri nell'undici di partenza si comportino benissimo da tali. L'esempio più evidente è arrivato dagli esterni offensivi, Ikoné e Sottil, che tra una buona dose di scarsa lucidità ed eccessiva volontà di risolvere a tutti i costi la partita con una giocata da leader hanno finito per creare confusione e causare un danno alla squadra. E non è un caso che il classe '99 (tra i due il meno peggio) sia stato fischiato al momento della sostituzione. Ma anche Kayode e Beltran tutto sommato non hanno convinto e lo scarto più che evidente che si è visto non appena sono entrati in campo Dodo sulla fascia destra e Kean in attacco rende bene l'idea di come il 2004 e l'ex River siano - ad oggi - solo un lontani parenti dei calciatori visti lo scorso anno.

Migliore, se non altro, la risposta arrivata da altri protagonisti: da Parisi - che è tornato a mostrare quello che è uno dei pezzi forti del suo repertorio, il dribbling - a Moreno (al di là di uno svarione nel finale ha fatto sempre valere il suo fisico) passando soprattutto per Richardson (ottimo impatto) ed Adli, il quale pur ancora gravato da una forma fisica non brillantissima ha dato segnali incoraggianti. Alla luce del ko di Mandragora, che terrà l'ex Udinese ai box probabilmente per alcuni mesi, a loro sarà demandato il compito di crescere alla svelta e di far valere le proprie qualità in una zona di campo ancora alla ricerca di una vera identità.