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GUAI SIMILI

di Dimitri Conti

Domenica, ore 15, Stadio Grande Torino. È lì che si sono date appuntamento Torino e Fiorentina, due squadre ancora incapaci di correre al massimo dei giri disponibili, ed afflitte da diverse problematiche diffuse che ne stanno rallentando l'andamento complessivo. Di queste, alcune possono anche essere considerati guai simili che affliggono viola e granata, specialmente su due fronti: uno è quello strettamente tecnico, e mette sotto la lente d'ingrandimento i reparti offensivi delle due squadre; l'altro invece è legato alle dinamiche future, e del mercato, e vede coinvolti giocatori da ambo le parti, anche se si tratta di profili di caratura differente. Ma procediamo con ordine.

Partendo dal primo punto, si può dire senza troppi timori di smentita che sia Torino che Fiorentina abbiano messo a segno meno gol di quanti ci si potesse aspettare, arrivati a questo punto della stagione. La squadra granata ne ha segnati 16, i viola arrivano a due in più, ma la sostanza, quando di partite giocate siamo a quattordici, non cambia granché. Appena poco più di un gol a partita, oltre però ad un rendimento scarso anche sotto l'aspetto dei punti, 17 contro 16 a favore della squadra di Mazzarri che non aiuta a chiudere gli occhi sui due attacchi scarichi, anche se per motivi differenti. Se per i viola le motivazioni sono da ricercare nell'assenza di un vero centravanti in questo avvio di stagione, nel caso del Toro è più da ricondurre al poco feeling di Belotti con la rete in questo campionato, e alle difficoltà conclamate patite da quelle che sarebbero dovuto essere le altre punte di diamante, soprattutto Verdi e Zaza. 

Proprio quest'ultimo è al centro delle cronache granata, ma soprattutto per aspetti extra-campo, o meglio per polemiche inerenti agli atteggiamenti tenuti dall'attaccante. Nell'allenamento pre-Inter, svela Tuttosport oggi, Zaza avrebbe drammatizzato su un piccolo infortunio, abbandonando la sessione di allenamenti quando aveva ormai capito del suo mancato impiego il giorno successivo contro i nerazzurri. Ricorda qualcosa o qualcuno? Con i dovuti distinguo, alla testa del tifoso gigliato balzeranno senz'altro un nome ed un cognome: Federico Chiesa. Certamente i due casi differiscono tra loro: uno è il gioiello di una squadra, l'altro un calciatore che invece ormai da troppo tempo a questa parte viaggia ben lontano dai suoi standard abituali. Ma le tensioni nei due ambienti, quelle, rimangono. Domenica, almeno per una delle due parti, si presenterà l'occasione di spazzarle via. Carpe diem è il motto cui sperano di riuscire a tener fede sia Montella che Mazzarri.