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DALE VIOLA

di Tommaso Loreto

Dale Viola! Ci facciamo trasportare, per un attimo, dai ritmi sudamericani a poco più di ventiquattro ore dai botti finali di quest'anno. Un ritmo incessante come i tamburi della "Doce", la mitica curva della "Bombonera", lo stadio di Buenos Aires dove Diego Armando Maradona mosse i primi, incontenibili, passi. Quasi un derby, molto di più di un derby, un "superclasico" che gli amanti del calcio planetario, tantopiù argentino e per questo agonisticamente spettacolare, sognano di poter vedere dal vivo. Certo, tutto in una logica virtuale, molto fantasiosa, e anche un pizzico, forse, audace. Ma il pallone, altrimenti, a cosa serve?

E poi, di questi tempi, con i grigiori che si respirano intorno alle cose di casa viola per sognare può bastare anche poco. Pochissimo. Giusto uno squardo sulla rassegna stampa del mercato di gennaio. Un derby argentino, un superclasico appunto, fra il Boca e il River. Fra l'attaccante Funes Mori (un nome per la verità già sentito da quest'estate) dei biancorossi e il dirimpettaio Lucas Viatri dei gialloblu. River contro Bota per l'attacco della Fiorentina dove, fra il nome di Gilardino ormai ricorrente ogni giorno in chiave Juventus e le scuse di Mutu mentre nessuno bussa alle porte gigliate per il romeno l'atmosfera è tutt'altro che allegra.

Allora, a distanza dai festeggiamenti per l'addio al 2010, che già di per sè suona come una bella notizia, tanto vale chiudere per un attimo gli occhi, provare ad ascoltare quel "Dale Boca" (che ahinoi sconfessa pure le simpatie di chi scrive) ed immaginare che uno di quei due "camion" sul campo possano presto indossare la maglia gigliata e, chissà, persino provare a ripercorrere le orme di un argentino che, a Firenze, scrisse la storia meritandosi statue e onori. Si chiamava Gabriel, e guarda caso quella sfida l'ha vissuta sia nel River Plate, che nel Boca Juniors.