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I PIANI ESTIVI IN CODICE ROSSO

di Dimitri Conti

Ma come, non doveva essere la Fiorentina giovane, frizzante e imprevedibile? Con quei tre là davanti a far pensare in grande Firenze... Porsi questa riflessione il giorno dopo la cocente sconfitta subita contro la Juventus è al limite dell'autolesionismo e forse porta a riflessioni un po' estreme, ma il momento della Viola, al di là di un ko preventivabile - anche se non in queste proporzioni che negli almanacchi rimarranno umilianti - è davvero preoccupante, e sta spingendo la squadra allenata da Pioli verso direzioni che non corrispondono assolutamente, perlomeno fino a qui, alla lotta per l'Europa tanto decantata in estate. Quando la notizia del reintegro del Milan in Europa League veniva commentata con un: "Ce la riprenderemo sul campo". Ad oggi gli affanni sono talmente evidenti da lasciare più di una perplessità a riguardo, e certe parole suonano quasi estranee al contesto reale. Ma soprattutto nascono ben prima rispetto alla tanto attesa sfida con i bianconeri.

E sono probabilmente da ricondurre a quei giorni alcuni dei grandi problemi che affliggono la squadra di Pioli. I piani estivi sul mercato sono stati piuttosto facili da leggere: una volta perso Badelj, si è deciso di trasferire Veretout sulla casella di regista e di sopperire alla sua successiva mancanza con gli innesti di Edimilson e Gerson, i quali però stanno spesso e volentieri mancando all'appuntamento. La mossa è stata letale soprattutto nei confronti del francese: Veretout si è sì adattato abbastanza bene nel nuovo ruolo, ma l'azione di ieri del vantaggio di Bentancur, e le tante azioni mal costruite negli ultimi trenta metri dai viola, fanno capire quanto sia davvero necessario tornare a vederlo giocare mezzala. Ecco che rivalutare Norgaard, unico interprete plausibile per il ruolo assieme forse ad un Gerson che però dovrebbe più maturo rispetto ai giorni nostri, potrebbe risultare vitale per il tecnico, anche lui ora al centro delle critiche. E poi c'è la questione Simeone. Incoronato come unico candidato per il posto di nove, visto che la concorrenza è rappresentata da due baby totalmente inesperti come Vlahovic e Graiciar - con il primo soltanto che si è visto in campo - e che l'alternativa Thereau non è mai stata realmente presa in considerazione, l'argentino sta mancando troppo spesso all'appuntamento per pensare ad una Fiorentina competitiva in zona europea. Caduto l'alibi dell'imbattibilità interna, ora la squadra sembra sempre più nuda. E senza un'alternativa secca ad alcuni dei piani estivi rivelatisi più fallaci, che la stanno portando oggi in codice rosso tra i pazienti più debilitati della Serie A, invertire la rotta rischia di diventare sempre più complicato.