RUI BAILA LA PORTUGUESA
Impossibile per un tifoso viola che abbia superato la trentina pensare a Manuel Rui Costa senza provare un misto di nostalgia e commozione. Oggi compie gli anni uno dei giocatori più amati nella storia della Fiorentina, che ha legato il suo nome agli ultimi successi della squadra viola, e che ha regalato i suoi anni migliori a Firenze. Di numeri e trofei abbiamo già parlato, ma quello che ci preme ricordare, soprattutto per chi non ha avuto la fortuna di frequentare il Franchi dal '94 al 2001, è l'emozione che si provava quando il Maestro prendeva palla, si muoveva con regale eleganza e, sempre rigorosamente a testa alta, eseguiva uno dei suoi proverbiali cambi di gioco oppure puntava la porta avversaria per poi fornire uno dei tanti assist che chiedevano solo di essere spinti in rete. Si perchè la generosità di Manuel trapelava anche dal suo modo di giocare: mai egoista ma sempre al servizio della squadra. Firenze, città di Guelfi e Ghibellini, inizialmente riuscì a dividersi anche di fronte ad un tale campione. Non è un trascinatore diceva qualcuno, non vede la porta diceva qualcun'altro; e le tante sostituzioni subite ai tempi di Ranieri alimentavano il partito dei critici a tutti i costi. Ma da parte del Maestro mai una polemica, prima veniva il bene della squadra. In cuor suo forse sapeva che le rivincite sarebbero arrivate, che avrebbe trasformato anche i pochi critici in suoi ammiratori. E così fu, complice anche la partenza di quello che era inevitabilmente l'uomo simbolo di una città intera, Gabriel Omar Batistuta. Fu lui la prima vittima di una crisi societaria che di lì a poco avrebbe fatto sprofondare la Fiorentina negli abissi della c2, e toccò a Manuel Rui Costa raccoglierne l'eredità. Rui baila la portuguesa cantava la Fiesole, unendosi in una danza collettiva alle movenze del suo nuovo Capitano. Un Capitano pazzo di gioia quando a maggio impugnava con il viso estasiato la coppa Italia appena conquistata mostrandola ad uno stadio ai suoi piedi. Un Capitano distrutto fino alle lacrime quando, in un pomeriggio di giugno, era venuto al Franchi per salutare la sua gente. Rui Costa era in partenza per Milano, sponda rossonera, e Firenze era costretta suo malgrado ad ammainare un'altra bandiera. La commozione quel giorno era palpabile, erano tutti in piedi per salutare il Maestro che se ne andava. Oggi siamo nuovamente tutti insieme per celebrare il suo compleanno. E per tornare con la mente a bailar.