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TOTALE INDIFFERENZA

di Andrea Giannattasio

Totale indifferenza: sarà questo il comune sentimento che nel match prandiale di domani pervaderà le menti dei - presumibilmente pochi - tifosi della Fiorentina che, in preda alla fame ed al caldo torrido, assisteranno al Derby dell’Appennino e quasi certamente all’ultima partita al ‘Franchi’ del suo capitano Riccardo Montolivo. Non certo una bella maniera di salutare un giocatore che, nella buona e nella cattiva sorte, è stato la figura di riferimento e l’uomo simbolo in questi anni della Fiorentina, in Italia ed in Europa; un calciatore che, probabilmente, in cuor suo non ha la benché minima intenzione di lasciare la squadra e la città che lo ha cresciuto e che lo ha fatto diventare l’importante giocatore che è, capace, nel giro di pochi anni, di portare la sua Fiorentina a dei livelli quasi impareggiabili nonostante i continui stravolgimenti tattici cui è stato sottoposto: non sono stati i compagni di ruolo a far grande il centrocampo della Fiorentina, non è stato un Brocchi, un Liverani, un Felipe Melo né tantomeno, probabilmente, potrà esserlo un Behrami. È stata la forza, la caparbietà a volte anche l’insolenza e la sfrontatezza di un giocatore dal carattere tedesco ma dal cuore italiano che ha permesso alla Fiorentina di dare lezioni di calcio a tutta Europa (si vedano le partite contro il PSV Eindhoven e le ultime partite di Champions per averne la riprova).

Qualcuno vorrebbe addirittura (ma ci sembra onestamente un po' eccessivo) che fin dal match di domani Riccardo non indossi più la tanto cara fascia di capitano, in segno di rispetto nei confronti di una città, di un intero popolo che, nonostante alcune critiche spesso eccessive, ha sempre mostrato grande attaccamento per i suoi leader calcistici, sentimento comune allo stesso giocatore che più volte ha spassionatamente manifestato il proprio amore per la maglia viola e per i colori della sua città (sì, perché Firenze è la sua città). Forse Montolivo non sarà mai considerato una bandiera; forse sarà semplicemente ricordato come un talento mai sbocciato o come un giocatore dall’incerto futuro. Ma sicuramente un giorno la Firenze del calcio potrà vantarsi fieramente di aver annoverato tra le sue fila uno dei più grandi giovani talenti mai approdati alla Fiorentina.
 


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