.

TRENTA E LODE: IL CONFRONTO CON L'ANNO SCORSO ESALTA IL LAVORO DI ITALIANO

di Alessandro Di Nardo

Con la netta vittoria di ieri contro la Salernitana, la Fiorentina ha raggiunto il decimo successo in campionato, arrivando così - a causa anche del mal di pareggi- a quota 30 punti in classifica. Al 12 dicembre il bottino è decisamente positivo, ma il numero di punti racimolati ha dell’incredibile se si paragona questa Fiorentina a quella della scorsa stagione: nell’annata 2020/2021 infatti i viola arrivarono a quota 30 solo a fine campionato, ovvero il 3 aprile 2021. In quell’occasione eravamo alla ventinovesima giornata e la squadra allora allenata dal rientrante Beppe Iachini pareggiò 1-1 contro il Genoa in una partita che sembra distante ere geologiche rispetto a quella di ieri.

La Fiorentina che scendeva in campo in quel sabato pasquale era simile negli uomini (in quella partita segnò il solito Dusan Vlahovic), diversa nel sistema e nella proposta di gioco (i viola si presentarono a Marassi con un 3-5-2 che prevedeva di fatto l’utilizzo di cinque difensori di ruolo) ma soprattutto difficilmente paragonabile come attitudine in campo; quella di inizio primavera era una Fiorentina a dir poco fragile, reduce da un addio shock di Prandelli e costretta a riaffidarsi a Iachini, e quella partita col Genoa seguì il filone di prestazioni che sembravano entrate nel DNA dei viola: squadra impaurita, che fatica a imporre le proprie qualità tecniche e che si sfalda alla prima difficoltà.

Quel giorno l’espulsione di Franck Ribery ad inizio ripresa diede l’inizio ad una mezz’ora abbondante di incubi per i tifosi fiorentini; a distanza di quattro mesi, proprio di fronte all’ex Ribery, lo spartito è decisamente stravolto ed il merito è principalmente del direttore d’orchestra, ovvero Vincenzo Italiano. Una rivoluzione copernicana, quella attuata dall’ex tecnico dello Spezia, che si basa sui principi prima che sugli uomini: tre acquisti di valore fatti in estate (Odriozola, Torreira e Nico Gonzalez, tutti e tre in gran risalto ieri) e una rosa alleggerita dal peso anagrafico ed economico di alcuni senatori tra cui l’asso francese rivisto ieri al Franchi. Italiano ha imposto sin dai primi di luglio le sue idee, che sono germogliate forse prima del previsto e la partita di ieri, messa in contrasto con quella di aprile, è un manifesto del cambiamento viola.

Bastano tre dati (il numero di possesso palla, 70% ieri, contro il 40 tenuto nella partita di anno scorso; i passaggi effettuati, 720, quasi il doppio rispetto alla gara di aprile; i tiri in porta, 9 contro 2) per capire come la mutazione della Fiorentina sia stata profonda; difficilmente un tifoso fiorentino la scorsa stagione avrebbe pensato alla possibilità di vedere una Viola così in controllo di una partita, anche se contro una squadra di modesto livello come la Salernitana; quattro mesi dopo, la rivoluzione di Italiano ha già portato a risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La differenza è tangibile e non si può limitare ai 18 punti in più e le otto posizioni di differenza rispetto alla diciassettesima giornata della scorsa stagione; la si poteva vedere e sentire ieri al Franchi, nell'entusiasmo che faceva da cornice ad una squadra che pare lontana anni luce da quella di anno scorso.