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IACHINI DISSE NO A VLAHOVIC, ORA STA A LUI VALORIZZARLO

di Dimitri Conti

Con l'annuncio ufficiale di Beppe Iachini come nuovo allenatore della Fiorentina - arrivato ieri sera, dopo una lunga attesa - sono cominciati toto-modulo e il toto-uomini cui potrebbe affidarsi il tecnico incaricato di salvare la barca gigliata. E se uno dei temi sensibili a proposito della squadra è stato fino ad oggi l'assenza di un vero e proprio attaccante centrale di riferimento, c'è un episodio del recente passato che lega Iachini alla maggior speranza, parlando in senso futuro e non solo, presente in rosa nel ruolo: Dusan Vlahovic.

I due infatti, nella ricostruzione che vi proponiamo su FirenzeViola.it, avrebbero potuto essersi conosciuti già prima, e per capire meglio serve risalire a quasi un anno fa, al mese di gennaio dell'anno che tra pochi giorni si concluderà. Iachini era subentrato da un paio di mesi ad Andreazzoli alla guida dell'Empoli, i cugini toscani in maglia azzurra andavano alla ricerca di un rinforzo nel reparto offensivo, e tra i nomi presi in considerazione c'era anche quello di Dusan Vlahovic, chiuso al tempo dalle ingombranti presenze di Simeone e Muriel.

Il club guidato dal presidente Corsi, un po' come si pensa che avverrà anche a gennaio in quel di Firenze, prima di prendere la decisione definitiva ha chiesto ovviamente un consulto al proprio allenatore. E, nonostante il serbo venisse e sia tuttora considerato un profilo interessante in quel di Empoli, fu il parere del tecnico a far cambiare i destini di una possibile trattativa, portando i dirigenti azzurri a muoversi su un nome diverso, quello di Diego Farias. Ragioni tecniche, stando a quanto filtrava: a Iachini, che in rosa aveva già Caputo e La Gumina, interessava avere più un attaccante di maggior raccordo e capacità di dialogo come il brasiliano, piuttosto che una punta nervosa e dalle skill di una scheggia impazzita - limite comprensibile per giovane età - stile Vlahovic. Perciò fu preso Farias dal Cagliari, con buona pace del classe 2000.

Oggi però i due si ritroveranno, e le circostanze appaiono ben differenti. Infatti dei tre attaccanti centrali in forza alla Fiorentina, Vlahovic è stato quello capace di portare maggiori frutti e migliori dimostrazioni d'efficienza, a prescindere dai tre gol messi a segno contro l'unico di Boateng e gli zero di Pedro. Un profilo sul quale lavorare così da poterci puntare stabilmente, e questo compito spetta solo e soltanto a chi siede in panchina. Ora che il mandato è stato affidato a Beppe Iachini, quest'ultimo avrà perciò anche il compito di ricredersi - in parte - sul lato tecnico, nel tentativo di valorizzarlo e far correre a tutta birra una macchina ad oggi ancora in fase di rodaggio, ma disposta a caricarsi sulle ancor giovani spalle i destini e le paure di un popolo intero.