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IACHINI E QUELLA TELEFONATA DI COMMISSO: UN FEELING MAI TRAMONTATO

di Pietro Lazzerini

"Pronto Beppe? Abbiamo bisogno di te". Magari non avrà usato queste esatte parole, ma la prima telefonata a Iachini dopo le dimissioni di Prandelli, è stata del presidente Commisso, forse tutt'ora il più grande estimatore del tecnico all'interno della grande famiglia viola. È stato proprio il proprietario della Fiorentina da alzare la cornetta per richiamare l'allenatore al Centro Sportivo "Davide Astori", confermando al tecnico ascolano quel feeling che mai si era interrotto nonostante l'esonero e l'arrivo di un nuovo titolare della panchina. 

Iachini e Commisso si sono sentiti più volte in questi mesi, non per "gufare" la posizione di Prandelli ma perché il loro è un rapporto di stima sincero che ha portato il presidente a non avere dubbi nel momento in cui ha dovuto affidargli nuovamente la guida tecnica. Non un grande sforzo per l'italo-americano, visto che a novembre, fosse stato per lui, il cambio in panchina non sarebbe nemmeno avvenuto. "I want you" ha dichiarato Commisso come lo Zio Sam in tempi di guerra, e Iachini ha risposto presente

Sì perché il tecnico, che era comunque sotto contratto fino a giugno e che ha solo dovuto firmare per il ritorno ufficiale in panchina, ha sempre percepito questa fiducia nei suoi confronti e pur sapendo che la fine della sua avventura a Firenze è comunque rimandata di pochi mesi, ha accettato da tifoso e da professionista di tornare al lavoro per onorare il proprio operato ma anche quello di Prandelli. 

"Sono pronto e carico" ha risposto al presidente nella telefonata che ha dato il la al suo ritorno, poi ha riparlato con Pradè e si è messo in marcia verso la Toscana, prestando attenzione a scrivere l'ormai tristemente classica autocertificazione. Chissà se sopra, come motivo per rompere il divieto di circolazione tra regioni ci avrà scritto: "Vado a salvare la Fiorentina", di per certo è la missione che gli ha affidato Commisso, il suo tifoso numero uno.