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IL BLOCCO MENTALE

di Tommaso Loreto

Nessuna identità, o come minimo un'identità soltanto parziale. Che il più delle volte va e viene durante i novanta minuti. La Fiorentina, di questi tempi, è una squadra difficile da decifrare al pari dei suoi obiettivi, anche se determinate pecche erano certamente prevedibili. Che i viola si sarebbero trovati davanti a maggiori difficoltà rispetto all'anno scorso era ampiamente pronosticabile, molto meno che il gruppo si rivelasse così psicologicamente fragile. 

Perchè tornando al concetto di identità di cui si parlava prima, se negli ultimi tempi la manovra si è fatta meno farraginosa lo stesso non si può dire per la tenuta mentale. Anche a fronte dei progressi visti dalla trasferta di Liberec in poi, con le vittorie esterne di Cagliari e Bologna, non sono mai venuti meno i black out, per la gioia degli avversari che hanno saputo sorprendere la retroguardia viola. 

Ed è in tal senso che la lettura del pareggio con la Sampdoria può preoccupare. Perchè se la stanchezza lascia spazio al valore degli avversari affrontati nel turno europeo infrasettimanale, la seconda frazione di gioco disputata contro Muriel e compagni ha lasciato parecchio a desiderare per convinzione e intensità. Quasi che, subito il gol, i viola si fossero resi conto di non averne più per cercare la vittoria. 

Un blocco mentale sul quale lavorare, oggi con la rosa attuale, e magari già domani possibilmente intervenendo nel mercato invernale. Perchè Andrea Della Valle sarà anche convinto che la squadra di quest'anno sia più forte della passata stagione, ma i primi a dare la sensazione di non crederci (o crederci comunque poco) restano i giocatori e il loro allenatore. Che, per inciso, anche domenica sera al cospetto di qualche fischio, hanno rivendicato di aver comunque dato il massimo.