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IL BUIO OLTRE JO-JO

di Marco Conterio

Sei reti non fanno primavera, ma sicuramente una mano la danno. Il momento da montagne russe, l'ennesimo, di casa Fiorentina, induce ad una riflessione. I viola sono Stevan Jovetic dipendenti. Una droga della quale la piazza e Delio Rossi farebbero volentieri a meno. Alt, prima di fraintendimenti: uno così è sempre meglio averlo, ma non può la Fiorentina pendere dalle sue labbra e dipendere dalle sue giocate. Anche dai gol, alla faccia degli errori del passato. E' cresciuto, maturato e migliorato anche sotto questo aspetto, lo Jo-Jo internazionale.

Però davanti i viola hanno dei problemi. Grandi problemi. Alberto Gilardino ha segnato un gol. Uno. Punto. Basta. Tanti quanti Alessandro Gamberini, per intenderci. Santiago Silva ha siglato una rete per grazia e rigore ricevuto. Khouma El Babacar è desaparecido tra i meandri delle pianticelle viola. Alessio Cerci è fuori ruolo, fuori forma e fuori Italia, talvolta. Fuori dalle alte gerarchie di Rossi, insomma, fuori squadra per dirla in soldoni. Adem Ljajic, tra un po' di Nutella, un po' di Playstation ed una serata con gli amici fino alle 3, si è perso nella lunga schiera dei "saranno famosi ma...".

Ok, tutti pensano al rinforzo in mediana. Però davanti serve qualcosa, di pesante e d'importante. Perché la Jovetic dipendenza è una malattia che ha chiari sintomi: gol che non arrivano, gioco che non esiste, Fiorentina che scompare. Ed allora ben venga la presenza del montenegrino, ma da solo non basta. Figuriamoci quando non c'è.